- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

domenica 19 giugno 2016

Parigi: Un milione di persone contro il jobs act

ADL Ha accolto l’appello lanciato dalla “Rete Sindacale Internazionale di Solidarietà e di Lotta” ed ha partecipato all’imponente manifestazione unitaria organizzata dai lavoratori francesi per il 14 giugno dopo tre mesi di proteste contro la legge sul lavoro in discussione in parlamento, legge che intende introdurre, al pari del jobs-act Italiano, delle limitazioni ai diritti dei lavoratori in prims favorendo i licenziamenti e limitando il diritto di sciopero, oltre ad altri gravi e rigide prese di posizione del governo francese contro tutta la classe lavoratrice francese. Oltre un milione di persone ha manifestato nelle strade della capitale francese ma i media hanno mostrato solo i pochi e sporadici scontri pensiamo per paura del contagio e della contaminazione che queste proteste possano scatenare. In contemporanea con la manifestazione di Parigi, i sindacati di Base Italiani hanno organizzato presidi di proteste, sit-in, e iniziative per esprimere piena solidarietà con le motivazioni che hanno spinto milioni di lavoratori e cittadini francesi a protestare per mesi contro questa legge, iniziative che sono avvenute un po’ in tutta Italia. Il governo francese ha preso come spunto di riferimento la legge sul lavoro emanata dal governo italiano e che è stata approvata dal parlamento italiano senza eccessive proteste da parte dei rappresentati dei lavoratori se non tra i sindacati di base che però non ha impensierito minimamente il premier italiano ne il relativo governo, consentendogli l’emanazione della legge praticamente quasi nel silenzio della classe lavoratrice.
Nell’illusione di limitare la precarietà lavorativa, la disoccupazione e il dilagare delle cooperative poco etiche, il Jobs-act italiano ha già mostrato i sui limiti, una legge fatta su richiesta dei padroni che chiedevano le mani libere contro i lavoratori e in cambio avrebbero rilanciato le assunzioni nel paese, invece la legge ha semplicemente favorito i licenziamenti mentre per agevolare le assunzioni hanno dovuto “regalare” ai padroni migliaia di euro per ogni lavoratore assunto: appena i contributi si sono ridotti c’è stato il crollo delle assunzioni, come dimostrano i dati occupazionali del 2016. Mentre i regali economici che il governo continua a elargire alle banche e alla classe padronale stanno mettendo in ginocchio il sistema sociale italiano con pesanti ripercussioni sulla sanita e sul sistema pensionistico, migliaia di lavoratori si sono visti licenziare per essere riassunti con il jobs-act, così facendo molte aziende hanno avuto accesso al contributo statale promesso. Anche sul fronte della contrattazione collettiva nazionale in Italia si stanno assimilando le indicazioni del governo spostando tutti i riconoscimenti economici previsti dai contratti nazionali, che garantivano a milioni di lavoratori un minimo di recupero inflattivo, sui pochi contratti aziendali a fronte dell’incremento produttivo, mentre la parte normativa recepisce i vincoli sul diritto di sciopero e di rappresentanza sindacale, riducendo sensibilmente gli spazi per le rivendicazioni e per le proteste oltre che il rischio di ridurre ulteriormente la presenza dei sindacati di Base all’interno dei posti di lavoro, cosa oltremodo apprezzata sia dai padroni sia dai sindacati “concertativi” che se ne sono guardati bene dal sollevare obbiezioni, anzi….
In Francia, al contrario, l’illusione di far passare la legge nel silenzio come in Italia, è durata proprio poco, le proteste hanno scatenato l’inferno per le strade francesi, fin da subito ci sono state manifestazioni e scioperi, quasi a cadenza settimanale, di tutte le classi lavoratrici con la solidarietà della cittadinanza francese che stanno facendo riflettere il governo francese che sembra mantenere una rigidità quasi surreale e inspiegabile: l’unico motivo di questa rigidità è per la paura di una estensione delle proteste in tutta Europa se si dovessero accogliere le motivazioni dei manifestanti. Per lo stesso motivo era importante, da parte di tutti i sindacati di Base europei, essere presenti anche solo simbolicamente, vista l’enorme partecipazione di oltre un milione di persone, ma che voleva dire essere vicini ai lavoratori Francesi e noi di ADL non potevamo mancare all’appello. Presenza che è stata ricambiata da parte di Solidaire che ci ha dato l’onore di aprire il corteo di Solidaire, sostenendo lo striscione della “Rete Sindacale Internazionale di Solidarietà e di Lotta” cosa che abbiamo fatto con molto piacere dall’inizio alla fine dalla manifestazione.
Se la manifestazione nazionale dei lavoratori Francesi del 14 giugno 2016 doveva dare un chiaro segnale al governo sulla prospettiva di proseguire con le proteste in tutto il paese, il segnalale arrivato dalla piazza di Parigi è stato forte e chiaro.
La nostra speranza è che il governo francese si pieghi alle richieste dei lavoratori perché solo così si potranno riaccendere focolai di proteste anche in altri paesi europei, noi comunque eravamo a fianco dei lavoratori e, vista la loro determinazione, siamo sicuri che loro non si arrenderanno, noi nemmeno.
ADL Varese – 16 giugno 2016