Con
la VIIº edizione bustese della “Pastasciutta antifascista in memoria della
famiglia Cervi“, che si terrà in Cascina Burattana in zona Borsano di Busto
Arsizio Lunedì 25 Luglio, si ripete un appuntamento che è divenuto in città “una
piccola grande tradizione”, che si collega alla storia più grande ed estesa
dei Cervi e di quanti si batterono per un’Italia libera e giusta oltre
settant’anni fa.
«Si
ricorda, così, la festa che i fratelli Cervi fecero a Campegine alla notizia
della caduta di Mussolini e del fascismo. Era festa che avrebbe anticipato la
dura lotta di Liberazione che i fratelli, ammazzati dai fascisti qualche mese
dopo, non avrebbero mai potuto rivivere – ricordano gli organizzatori -. La
famiglia Cervi ci consegna un testimone di umanità e di sogno e la capacità
di mettere insieme le persone (qualità oggi così rara e rivoluzionaria, in
questa nostra civiltà sommersa innanzitutto dall’egoismo e dalla prepotenza),
come fecero quel luglio del ’43 nella piazza di un paesino della bassa. C’è un
fascismo dilagante, fatto anche di violenza sugli ultimi, sui meno forti per
risorse, che pervade persino gli interstizi dei rapporti personali. Guardarsi in
faccia, far festa, la tavola condivisa, e soprattutto far memoria di esperienze,
quali quelle dei Cervi, possono essere degli antidoti contro la
barbarie».
«In
questa edizione, vogliamo tendere un filo che ha inizio proprio nella
“originalità” dell’impegno politico dei Cervi e svolgere altre due tappe che
conducono ad oggi – proseguono -. Partendo dai sogni infranti di giustizia per
tutti, che spinsero a manifestare centinaia di migliaia di persone al G8 di
Genova, quindici anni fa, i cui temi lanciati a quel tempo rimangono oggi ferite
aperte di un sistema in crisi ed in guerra (neoliberismo sfrenato responsabile
del disastro finanziario mondiale, guerre asimmetriche ai danni delle
popolazioni e diffusione del terrore, processi di neocolonizzazione del pianeta,
riduzione dei diritti e aumento della povertà ovunque), si giunge all’impegno
odierno per il No al Referendum d’autunno a difesa della
Costituzione, figlia della Resistenza, e che non può essere malridotta
dall’interesse dei padroni del mondo, i quali danno per vecchia e morta la Carta
che garantisce i diritti e la possibilità di discutere e
scegliere».