Cartelli e striscioni contro l’ospedale unico. Il comitato per ildiritto alla salute nel Varesotto ha organizzato un presidio davanti all’ingresso dell’ospedale in via Arnaldo Da Brescia.
Sabato mattina si sono riuniti quanti contestano la costruzione della nuova grande struttura a Beata Giuliana e invitano a mantenere operativi i presidi già esistenti a Gallarate e Busto Arsizio per difendere i servizi territoriali. Presenti esponenti di Legambiente, Cobas, Pci, sindacato Adl, Rifondazione comunista e 5 Stelle. “Siamo qui per avere garanzie e fare propaganda informativa ai cittadini. Perché finora c’è stato troppo silenzio da parte delle istituzioni ed è mancata la comunicazione con i cittadini”, affermaFiorenzo Campagnolo, del sindacato Adl.
“Ieri era la giornata in difesa della sanità contro la commercializzazione del diritto alla salute ed eravamo a Milano al presidio organizzato dalla rete lombarda – spiega Federico Pagan – oggi siamo qui a manifestare contro la costruzione dell’ospedale unico che va a ledere il diritto alla sanità per varie ragioni: innanzitutto si crea un accentramento e, di conseguenza, una riduzione dei servizi sanitari che diventano meno accessibili per gli abitanti del territorio. Inoltre, la costruzione del nuovo ospedale tra le due città avverrà col sistema del project financing. Il privato tenderà probabilmente a fare speculazione. Nel contempo si ridurranno drasticamente i posti letto, aumentando i tempi di attesa. I primi passi già sono stati fatti con l’accorpamento dei reparti di Urologia e Otorino a Busto Arsizio e di Neurologia a Gallarate, togliendo quasi 100 posti letto. Nei banchetti di raccolta firme fatti in queste settimane tanti pazienti di questi reparti hanno manifestato le maggiori difficoltà che ora incontrano, i tempi più lunghi, la perdita di un medico di riferimento. Il prossimo a chiudere – aggiunge Pagan – sarà il Centro Dialisi ad assistenza limitata di Castellanza (C.A.L.), che verrà trasferito all’interno dell’ospedale di Busto Arsizio: 6 posti utilizzati su 2-3 turni giornalieri non saranno dunque più disponibili. E il Piano Organizzativo Aziendale Sanitario preannuncia altri tagli e accorpamenti”.