Si
è riaperta a sorpresa la partita sui trattati di libero scambio in Europa.
Proprio nel giorno in cui il vice presidente della Commissione europea Frans
Timmermans ha ammesso che bisogna ripensare il modo con cui l'Unione si
confronta con la globalizzazione, il tribunale di Strasburgo ha bocciato
l'esecutivo europeo per essersi rifiutato di registrare l'iniziativa dei
cittadini che chiedevano di bloccare i negoziati sul Ttip, l'accordo commerciale
con gli Usa - poi effettivamente naufragato con l'arrivo a Washington di Donald
Trump.
LA
COMMISSIONE SCEGLIERÀ IL RICORSO? La
sentenza non bloccherà certo i futuri negoziati. Ma il segnale è fortissimo
perché i giudici di Strasburgo hanno scritto nero su bianco che l'esecutivo
europeo non ha tenuto conto del «principio di democrazia». Entro due mesi dalla
notifica, spiegano a Lettera43.it da
Strasburgo, la Commissione può impugnare il giudizio, ma c'è una «responsabilità
politica» a cui è chiamata a rispondere.
La
storia inizia nel 2014 quando la campagna di mobilitazione Stop al Ttip presenta
una "European citizens initiative" (iniziativa dei cittadini europei), cioè il
corrispettivo europeo della legge di iniziativa popolare italiana. Il diritto di
iniziativa Ue prevede che un milione di cittadini possano invitare la
Commissione a presentare una proposta legislativa. Servono un milione di firme,
da almeno sette Paesi e ogni nazione deve raggiungere un numero minimo di
sostenitori in base alla popolazione: per l'Italia bisogna superare le 54.750
adesioni. La proposta infine deve poter essere tradotta in un atto legislativo
che vada a implementare i trattati o modificare il diritto
dell'Unione.
FURONO
RACCOLTE 3,2 MILIONI DI FIRME. La
Commissione può rifiutarsi di registrarla se non risponde ad alcune condizioni,
per esempio se è contraria ai valori dell'Unione, se è vessatoria o frivola o se
ancora propone un atto legislativo che è al di fuori dei suoi stessi poteri. Le
500 organizzazioni non governative che animavano la campagna anti Ttip sono
riuscite a raccogliere 3,2 milioni di firme - più del triplo di quelle richieste
-, in 23 Paesi europei, per chiedere all'esecutivo europeo una sola cosa: che
raccomandasse al Consiglio di annullare il mandato concesso dalla stessa
Commissione sul secondo round di negoziati per il Ttip e di astenersi dal
concludere il terzo sul Ceta.