A
Marzo 2017 la direzione Leonardo Divisione Elicotteri ha attivato la procedure
di “cessione di ramo d’azienda” per trasferire in LGS (controllata da Leonardo)
le attività di manutenzione e gestione dei servizi e i lavoratori che svolgono
tale attività. Oltre alle attività e al personale passeranno di proprietà di LGS
anche tutti gli immobili che, di conseguenza, non saranno più il “capitale”
immobiliare in dote (e nel bilancio) a Leonardo. Questo è l’ultimo capitolo di
una decisione presa poco più di un anno fa quando, contemporaneamente al
passaggio dei lavoratori dalle altre divisioni del gruppo in Leonardo, passarono
in LGS tutte le attività di manutenzione/servizi, si parla di complessivi 396
lavoratori distribuiti in 41 sedi del gruppo. Quella attivata un mese fa è
l’ultima “trance” di trasferimenti che riguarda la divisione Elicotteri per un
totale di 61 lavoratori (21 a C.C., la più numerosa oltre a Roma, 5 a Vergiate)
che completeranno i 396 trasferimenti, tutti distribuiti nelle 41 sedi.
Questa
volta, però, i lavoratori non sono d’accordo
Perché
non sono stati consultati, non sono stati ascoltati e non hanno avuto voce in
capitolo sulla vicenda, vicenda chiusa frettolosamente a Roma con la Firma sulla
procedura di Cessione di ramo d’azienda(art. 47 L. 428/1990), che la legge
impone alle aziende proprio allo scopo di tutelare i lavoratori, tutele che sono
garantite per iscritto solo fino al 31 dic. 2017, poi ci sono solo promesse
verbali. Inoltre, per la prima volta, senza che sia stato dichiarato lo stato di
crisi, viene attivata una procedura di trasferimento dei lavoratori senza
prevedere ne la volontarietà e nemmeno una clausola sociale di “rientro” dei
lavoratori in caso di vendita di LGS o di perdita dei vincoli di tutela
stabiliti all’atto del passaggio: non era mai successo nemmeno nei recenti
passaggi in Fata dei lavoratori Agusta dei magazzini cui è stato proposto uno
spostamento volontario incentivato o, in alternativa, lo spostamento in altre
attività anche con adeguata formazione.
Cosa
dice la legge: 1)
L’azienda deve dire: a) i motivi del programmato trasferimento; b) le sue
conseguenze giuridiche, economiche e sociali per i lavoratori; c) le eventuali
misure previste nei confronti di questi ultimi;
2)
In caso di trasferimento, il rapporto di lavoro continua con l'acquirente ed il
lavoratore conserva tutti i diritti che ne derivano.
Cosa
ha dichiarato Leonardo:
Non sono previste conseguenze giuridiche, economiche e sociali pregiudizievoli
nei confronti dei lavoratori ai quali verranno mantenuti, quale trattamento di
miglior favore e comunque non oltre il 31-12-2017, i trattamenti economici
normativi applicati al momento della cessione.
A
fine aprile la direzione Leonardo ha comunicato ai lavoratori lo “slittamento”
del trasferimento in LGS di 2 mesi, senza motivare tale ritardo; inoltre, la
direzione aziendale ha ammesso che alcune attività di manutenzione (di
produzione) rimarranno in carico a Leonardo, ma, secondo i lavoratori, tali
attività corrispondono ad una buona fetta del loro lavoro che va anche oltre il
30% del totale (a vergiate si arriva al 50%); Questo fatto, oltre a smentire
la buona fede ostentata dalla direzione del personale, mette in dubbio anche il
rispetto della normativa sul trasferimento di ramo d’azienda. I lavoratori,
a questo punto, vogliono vederci chiaro, e chiedono che venga sottoscritto un
accordo che preveda alcune garanzie a partire dalla volontarietà, fino ad
arrivare alle garanzie occupazionali, sociali ed economiche senza vincoli
temporali e senza legarli al contratto integrativo di Leonardo spa di cui LGS
rientra come azienda di servizi “controllata”: controllata finché non sarà più
conveniente venderla, o finche non sarà più economico far fare lo stesso lavoro
ad altre aziende. Tale “richiesta” è già stata inoltrata alla direzione Leonardo
che ritiene impossibile modificare/integrare una procedura già chiusa con chi
rappresenta i lavoratori.
C. Costa, Maggio 2017