- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

lunedì 3 luglio 2017

Clicca qui. Il 5 luglio mobilitazione contro il CETA. Intervista a Monica Di Sisto

Il Parlamento italiano si appresta a ratificare il Ceta, un accordo internazionale che, come spiegato da Monica Di Sisto, vice presidente di “Fair Watch” e portavoce della campagna “Stop TTIP”, «decreterà la vittoria delle multinazionali e schiaccerà i diritti e la voce di cittadini e Stati». Il 5 luglio mobilitazione nazionale per dire no. Monica Di Sisto segue passo passo, insieme allo staff della Campagna, l'evoluzione del Ceta, trattato analogo al Ttip.


Monica, può spiegarci in cosa consiste esattamente l'accordo?
L’EU–Canada Comprehensive Economic and Trade Agreement (CETA) è un accordo commerciale tra il Canada e l’Unione Europea che, come tutti i trattati di nuova generazione, trae i suoi maggiori vantaggi non dall’abbattimento delle barriere tariffarie che rallentano gli scambi tra le due sponde dell’Atlantico, ma di quelle non tariffarie: ossia regole, standard di prodotto, di processo, che spesso e volentieri difendono la nostra sicurezza e la nostra salute, pur generando costi aggiuntivi per le imprese. Per queste stesse ragioni ci siamo mobilitati contro il TTIP, e il 5 luglio saremo in piazza a Montecitorio con Coldiretti, Cgil, Greenpeace, Slow food, i consumatori e molte altre associazioni: il CETA non deve essere ratificato dal parlamento italiano e va riaperta una discussione in Europa su come si può accompagnare con le regole adatte un commercio libero e giusto senza danneggiare l’occupazione, l’ambiente, i diritti.
Qual è il vero impatto dell'accordo CETA sugli scambi commerciali?
La Commissione europea sostiene che il CETA aumenterà l’interscambio UE-Canada di merci e servizi del 23% e il prodotto interno lordo dell’UE di circa 12 miliardi di € l'anno. Questo perché rimuoverà il 99% circa delle tariffe nel commercio UE-Canada permettendo un maggiore accesso al mercato da parte delle imprese di entrambi i blocchi. Peccato che la base di dati sulla quale sono calcolate queste stime non tiene conto della Brexit, cioè nei presunti ‘vantaggi’ sono ancora tenuti in conto quelli che avrebbe portato a casa la Gran Bretagna. Senza considerare che altri studi d’impatto dimostrano che il trattato porterà a un incremento dello 0,09% annuo del Pil europeo dopo non meno di sette anni dalla sua entrata in vigore. E che secondo la Tuft university americana nella sola Italia sono a rischio fino a 30mila posti di lavoro per la concorrenza dei prodotti e servizi canadesi.