- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

mercoledì 22 novembre 2017

Quale futuro per Leonardo-Finmeccanica? Grande confusione sotto il cielo…

Se il piano industriale dell’ex amministratore delegato è stato accolto con favore da analisti dell’Istituto Affari Internazionali, perché concentrava le attività core in una unica impresa più competitiva (!) con una catena decisionale corta e accentrata al vertice, e i risultati sono stati salutati favorevolmente dai sindacati confederali*, una forte critica era arrivata dal sindacato di base che ha denunciato la mancanza di una visione industriale, il processo accentratore dell’organizzazione del lavoro che ha provocato malfunzionamenti nel sistema della ex holding, il disinvestimento nei programmi civili per concentrarsi su quelli militari, e non da ultimo l’aver calcolato a bilancio l’intero importo della commessa EFA per il Kuwait non ancora interamente ricevuto.
Dal momento della nomina alla guida di Leonardo a maggio del nuovo amministratore delegato, nel mese di ottobre si sono svolte audizioni parlamentari che hanno permesso di capire di più circa le decisioni sul futuro del gruppo. Il 19 ottobre presso la IV Commissione Difesa il Responsabile Strategie, fusioni e acquisizioni di Leonardo Spa, dottor Giovanni Soccodato, ha riportato la posizione del gruppo a proposito del programma europeo di sviluppo del settore industriale della difesa. 

Il documento redatto a marzo e pubblicato nel sito del Senato è articolato su tre livelli: rilevanza geo-politica e industriale del settore, importanza del supporto governativo alle esportazioni e normativa italiana. Sostanzialmente quello di Leonardo è un richiamo alle responsabilità del governo tacendo sulle carenze sin qui riscontrate da parte della governance aziendale: in Italia vi è una minore domanda interna e una minore spesa nazionale, bisogna dare credibilità alle azioni di politica estera e promuovere investimenti in ricerca e sviluppo, infine mantenere una base industriale tecnologica nazionale all’avanguardia. Dunque se Leonardo si posiziona al di sotto dei principali pesi esportatori di armamenti, è solo perché alla base vi è una carenza di strumenti di supporto istituzionale (sottoscrizione contrattuale diretta tra governi G-to-G come accaduto per Kuwait e Qatar) poichè in ambito internazionale i processi di procurement devono avere alle spalle un “sistema paese”.

Tuttavia ciò che ulteriormente lascia maggiormente perplessi è il riferimento allo strumento di finanziamento “export credit” come quello utilizzato dagli USA. Il credito alle esportazioni è un programma di finanziamento estero militare (FMF - Foreign Military Financing) che prevede sovvenzioni e prestiti per aiutare i paesi a comprare armi e attrezzature della difesa prodotte negli Stati Uniti. Viene gestito dall’Ufficio Politico-Militare del Dipartimento di Stato e dall' Agenzia per la Difesa della Cooperazione per la Difesa (DSCA) del Dipartimento della Difesa. Il Congresso approva annualmente i fondi per FMF. Leonardo e governo italiano dovrebbero però spiegare il significato il ruolo di Arranger ed Agente da parte di Unicredit nella vendita degli addestratori M-346 a Israele.