I
sindaci aprono la porta ai rimborsi della tariffa rifiuti moltiplicata in modo
illegittimo su box e cantine. Ma chiedono in manovra una regola che permetta di
finanziarli con fondi di bilancio, per evitare di dover presentare conguagli ai
contribuenti non colpiti dal problema. Eventuali aumenti della Tari per
finanziare gli indennizzi, spiega del resto il sottosegretario all’Economia Pier
Paolo Baretta, «sarebbero illogici e sbagliati».
L’ostacolo
da superare, non piccolo, è il principio chiave della Tari, perché il suo conto
è misurato sull’esigenza di coprire i costi del servizio indicati nel piano
economico-finanziario dell’azienda di igiene urbana. Non un euro di più,
insomma, e non un euro di meno: con
la conseguenza che in teoria i soldi da restituire ai contribuenti vittime di
conteggi sbagliati andrebbero chiesti a tutti gli altri.