Gli operatori sanitari e sociali, i cittadini e gli attivisti dei movimenti di lotta per la salute, i militanti politici e sindacali mentre assistono al progressivo svuotamento del welfare e del Servizio Sanitario Nazionale attraverso estesi processi di definanziamento tali da non coprire i LEA, privatizzazioni, esternalizzazioni, riduzione drastica del personale dipendente delle Aziende sanitarie locali e ospedaliere (ASL-ASO), sua precarizzazione e sfruttamento, riduzione degli spazi democratici nelle ASL-ASO e utilizzo sempre più esteso della seconda gamba assicurativa tramite il welfare aziendale e le assicurazioni private sostitutive, vedono mancarsi gli strumenti culturali di analisi alternativa al pensiero economico unico dominante rappresentato dalle grandi università pubbliche e private, dai centri di ricerca privati e dalle organizzazioni sindacali corporative. Dire "la salute è un diritto", "la salute non si vende","difendiamo il Servizio Sanitario Nazionale (SSN)" non basta più se non si ha la consapevolezza che il SSN è stato il frutto di decine di anni di lotte operaie, studentesche e popolari e se non si apre una nuova stagione culturale e di lotte sociali che partano dalle radici della storia politica del movimento operaio e democratico: "senza teoria la pratica è cieca" e viceversa.
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