- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

sabato 23 novembre 2019

L'implosione del Sud America

Proteste popolari e indigene in Cile e in Ecuador, elezioni in Argentina e in Bolivia, dove Evo Morales, rieletto per il quarto mandato, è stato costretto alle dimissioni. Il Brasile di Bolsonaro e gli interessi degli Stati Uniti. Che cosa sta accadendo in America Latina? Intervista a Giorgio Tinelli, professore dell’Università di Bologna.
A fine ottobre in Cile un milione di persone sono scese in piazza per chiedere le dimissioni del presidente Sebastian Piñera e la convocazione di un’assemblea costituente. In Ecuador, indigeni e movimenti sociali hanno costretto il governo a ritirare misure economiche imposte dalle istituzioni finanziarie internazionali. In Bolivia il presidente Evo Morales s’è dimesso, il 10 novembre, dopo un report dell’Organizzazione degli Stati Americani che​ ​ provava la frode elettorale durante le elezioni presidenziali di fine ottobre. Il 9 novembre, in Brasile, l’ex presidente della Repubblica Luiz Inacio Lula da Silva, del Partito dei lavoratori, è uscito dal carcere dov’era stato confinato 19 mesi fa, perché gli fosse impedito di correre nuovamente per la guidare il Paese, spianando così la strada al candidato della destra, Jair Bolsonaro, responsabile tra l’altro degli attacchi all’integrità della foresta amazzonica. Sono frammenti di un processo che riguarda tutto il Sud America. Il professor Giorgio Tinelli, docente del Master in relazioni internazionali Europa-America Latina dell’Università di Bologna-rappresentanza in Argentina, con sede a Buenos Aires, aiuta a legarli.
Le mobilitazioni in Cile e in Ecuador hanno riaperto la finestra dei media sull’America del Sud. Nel primo decennio del XXI secolo quest’area aveva rappresentato una speranza perché guidata da governi progressisti. Che cosa s’è inceppato? Perché?

GT​ Il tentativo di assemblare una sorta di nuovo pan-latinoamericanismo di tipo bolivariano, con una forte impronta antimperialista e anti-neoliberista, ha coinvolto i Paesi che avevano sposato in quel periodo modelli economici la cui tensione era il superamento degli aggiustamenti strutturali dell’economia. Questi allargavano da decenni la “forbice” sociale tra settori di​ élites​ economiche​ todopoderosas​ ed enormi agglomerati di popolazione che vivevano in stato di povertà, quando non con privazioni tali da essere considerati in assoluta indigenza. Il fallimento del tentativo di fare fronte unico, ovverosia l’ALBA (Alternativa Bolivariana para las Americas), si deve a molti fattori, ma tra questi quello della diversità tra le diverse esperienze politiche in gioco credo che sia uno dei più importanti. A mio avviso, perciò, sono da evitare generalizzazioni troppo semplicistiche su similitudini e comuni tendenze politiche di congiuntura: anche nel periodo d’inizio secolo il denominato “nuovo corso di sinistra” latinoamericano presentava chiare incongruenze e molte diversità tra i vari Paesi che avevano attuato scelte politico-elettorali in controtendenza rispetto al periodo precedente.