- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

venerdì 24 luglio 2020

DATI OCCUPAZIONALI: DISPARITA’ DI GENERE, VIOLAZIONE DELLA NORMATIVA SULLE CATEGORIE PROTETTE E NESSUNA DISPONIBILITA’ PER IL PART-TIME LEONARDO, altro che altruista, cerca di salvare la faccia con iniziative solo di propaganda


Il numero dei dipendenti dell’intero gruppo a fine 2019 risultava di 29348, suddiviso in 24720 uomini e 4628 donne. La percentuale della presenza femminile all’interno del gruppo è di circa il 16% sul totale dei dipendenti; se andiamo a vedere il numero dei dirigenti donne rispetto agli uomini, la percentuale scende a circa il 11%, dato che su 829 dirigenti sono presenti solo 88 donne; Per quanto riguarda i lavoratori delle categorie protette o disabili, il numero degli occupati è di 1107, che corrisponde ad una percentuale del 3.7%, sempre riferita al totale degli occupati; Un dato interessante è il numero dei part-time che è di soli 784, che corrisponde ad una percentuale del 2.7% sul totale dei dipendenti. Infine il numero dei lavoratori operai è di 7683, mentre gli impiegati sono 21665, di cui 829 dirigenti e 3388 quadri. Per quanto riguarda le retribuzioni medie annue, gli impiegati percepiscono una media di circa 47 mila euro lordi x anno, mentre gli operai hanno una retribuzione media annua di circa 32 mila euro lordi, i quadri percepiscono una retribuzione annua lorda di circa 70 mila euro. Per i dirigenti...... lasciamo stare.

L’occupazione femminile è veramente molto bassa, un’azienda che si vanta di essere all’avanguardia in molti settori e che riempie i giornali con le sue azioni altruistiche, perde la faccia nelle cose di fondamentale importanza che sono alla base di una società civile. Non ci sono giustificazioni per questi dati disarmanti.

L’esiguo numero dei disabili, invece, ha ben altre valutazioni da fare poiché l’occupazione dei lavoratori delle categorie protette è, al contrario dell’occupazione femminile, normato con una legge ben precisa che prevede dei vincoli numerici molto chiari: per un’azienda come Leonardo il numero minimo (e, ripetiamo, minimo), di occupazione di lavoratori disabili, deve essere del 7% sul totale degli occupati, mentre ora il numero dei dipendenti disabili è del 3.7%, circa la metà. Ci sarebbe anche un dettaglio da tenere presente e cioè che la legge prevede delle sanzioni per chi non assume tali categorie di lavoratori e, più precisamente, Leonardo dovrebbe pagare una sanzione di circa 150 € per ogni giorno e per ogni mancata assunzione: facendo un calcolo approssimato, tenendo presente che stiamo parlando di circa 1000 lavoratori da assumere, la cifra sarebbe di 150x1000x365 = 54 milioni di € di sanzione. Siamo, quindi, molto lontani non solo dal rispetto della legge (L. 68/99), ma siamo molto lontani anche dal vantarsi di essere un’azienda che pensa ai più deboli, che si vanta di aiutare le scuole oppure di fare donazioni benefiche, troppo comodo riempire i giornali in questo modo, senza un impegno più vincolante (e previsto dalla legge), ovviamente Leonardo sa bene come aggirare la norma senza dover pagare le sanzioni, poi ci pensa il nostro ben amato A.D. a salvare la faccia e donare il suo bonus... che persona altruista

Il ragionamento da fare sui pochi part-time andrebbe orientato sull’indisponibilità pressoche totale (se non per i soliti “amici degli amici”), da parte aziendale di consentire una richiesta da parte dei lavoratori, spesso fatte per necessità familiari e non certo per un incremento retributivo, ma troppe volte la direzione rigetta le richieste per fantomatici motivi produttivi, spesso inesistenti, mentre andrebbe favorito il P-T volontario, aumentando così anche l’occupazione, tra l’altro con diverse agevolazioni fiscali. Anche questo è un segnale chiaro di poca vicinanza da parte dell’azienda ai problemi delle lavoratrici e dei lavoratori.

Per ultimo il discorso delle differenze retributive tra gli impiegati e gli operai, questo è un problema legato alla crescita professionale e alle scelte strategiche delle varie strutture oltre che di sottovalutazione della qualità del lavoro svolto. Il lavoro manuale all’interno delle nostre fabbriche è di altissimo contenuto tecnologico e andrebbe adeguatamente retribuito, ovviamente l’inquadramento professionale previsto dal CCNL non aiuta, serve una decisione della direzione orientata al riconoscimento della qualità del lavoro, al riconoscimento all’attaccamento all’azienda e all’anzianità oltre che per agevolare una crescita professionale che consenta di avere sbocchi più soddisfacenti.       

20 luglio 2020