(ASCA) - Torino, 3 giu - Una sentenza storica per il piu' grande disastro ambientale italiano, quello provocato dall'Eternit, la multinazionale svizzera dell'amianto, fallita nel 1986. Diciotto anni di reclusione per il suo titolare Stephan Schmidheiny. Il processo d'appello per la strage Eternit che ha causato con i suoi quattro stabilimenti italiani circa tremila vittime, tra morti e malati di asbestosi nei comuni di Casale Monferrato, Cavagnolo, Rubiera e Bagnoli, si chiude con una condanna piu' pesante di quella inflitta in primo grado al magnate svizzero. Molte pero' le differenze rispetto al processo di primo grado. A cominciare dalle parti civili che per diverse ragioni non saranno risarcite. Innanzitutto Schmidheiny, titolare dell'azienda a partire dal 1972, subisce una condanna di due anni superiore rispetto a quella inflittagli in primo grado (il Pm Raffaele Guariniello, aveva chiesto come in primo grado sia per lui che per il coimputato De Cartier, 20 anni) ma per il solo reato di disastro doloso.