- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

sabato 27 luglio 2013

IL COORDINAMENTO CITTADINI E OPERATORI DELLA SANITA’ E’ SOLIDALE CON LE LAVORATRICI E I LAVORATORI IN LOTTA DEL GOLGI REDAELLI

IL Golgi-Redaelli è un istituto (ASP – Azienda per i Servizi alla Persona) presente a Milano, Vimodrone e Abbiategrasso che ricovera prevalentemente persone anziane malate croniche non autosufficienti. Vi è un settore riabilitativo (IdR) totalmente a carico del Servizio Sanitario Nazionale e un settore socio sanitario (RSA – Residenza Sanitaria Assistenziale) sostenuto dalla sanità per il 50 %.
Nella gran parte dei casi le persone ricoverate sono molto malate.
Le famiglie ricorrono Al Golgi come agli  istituti a causa della gravità sanitaria e assistenziale dei loro congiunti quando è impossibile la loro permanenza a casa. Ciò dipende anche dalla scarsa e deficitaria organizzazione delle cure domiciliari in Lombardia.
Molte famiglie, potendo,  assumono anche assistenti familiari, (le cosiddette badanti), più o meno preparate al compito che viene loro affidato.
I Posti letto in RSA in Lombardia assommano a 65.000. Il peso economico è sostenuto principalmente dalle persone ricoverate, dalle famiglie e dai comuni. Le leggi nazionali e regionali
(Decreto legislativo 109/1998, DPCM 29/11/2001, Legge regionale 2/2012) stabiliscono che i famigliari non sono tenuti a versare alcuna parte della retta stabilita che invece spetta al singolo ricoverato e/o per la parte mancante al comune di residenza dello stesso). Il non rispetto della legge ha determinato un’importante impoverimento delle famiglie che hanno il problema.

Al Golgi-Redaelli i dipendenti sono in agitazione. Il loro forte disagio dipende dalla mancanza di personale, da personale non sufficientemente qualificato e da personale “esternalizzato”. Succede che gli operatori sanitari e quelli socio sanitari sono, per oltre la metà, esterni all’Istituto (cooperative). Alla gran parte del personale di cura e assistenza vengono affidati compiti al di sopra della loro qualifica. Specialmente di notte la situazione è tragica, quando ad un unico operatore socio sanitario (OS) viene affidato un intero reparto di 42 persone. Un compito che dovrebbe spettare a più infermieri professionali.
Si consideri sempre che si tratta di persone con gravi patologie (demenze senili, esiti da ictus, gravi cardiopatie, tumori…), che in continuazione chiedono aiuto agli operatori presenti. Se questi  sono pochi e non sufficientemente qualificati  si riduce l’aspettativa di vita dei ricoverati e si aumentano le loro sofferenze.

I lavoratori del GOLGI-REDAELLI, sostenuti dal COORDINAMENTO dei CITTADINI  E DEGLI OPERATORI DI MILANO E PROVINCIA rivendicano e chiedano:

1.      Che tutti gli operatori siano inquadrati nel contratto nazionale pubblico della Sanità, che, quindi, progressivamente l’apporto delle cooperative esterne venga a cessare; che conseguentemente  i salari e le norme contrattuali siano rispettate per tutti (non vi devono essere lavoratrici e lavoratori di serie B)
2.      Che il numero degli operatori e la loro qualifica non sia dissimile da quello dei lavoratori ospedalieri;
3.      Che le lavoratrici e i lavoratori dell’Istituto, unitamente ai Comitati Parenti, siano coinvolti nelle decisioni che li riguardano, siano esse organizzative che economiche.
4.      Che infine la Regione investa nel settore in ordine alle richieste, quindi al miglioramento complessivo delle condizioni di vita e di salute dei pazienti.


Milano 18 luglio 2013