Comunicato
Stampa Federconsumatori
FISCO PRELEVA DA TASCHE RISPARMIATORI
IMPOSTE BOLLI PER 5,284 MLD EURO L’ANNO.
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E’ bastata un’alzata di sopracciglia dei banchieri
dell’Abi, per far abrogare dal testo delle legge di Stabilità l’aumento
dell’aliquota fiscale sulle rendite finanziarie dal 20 al 22%, addossando i
relativi oneri a correntisti e risparmiatori con il raddoppio secco, in soli 12
mesi, dell’aliquota sull’imposta di bollo sulla gestione titoli, che passando
dall’1 per mille in vigore al 31 dicembre 2012,all’1,5 del 2013, al 2 per mille
dal 1 gennaio 2014, produrrà un gettito di 900 milioni in
più.
L'imposta del bollo sui risparmi, che sta passano da
una "mini-patrimoniale" quando è entrata in vigore nel 2012, ad una “maxi
patrimoniale” con l’aumento previsto del 100% dal 1 gennaio 2014, dopo che nel
2013 ha subito aumenti di aliquote del 50% e senza tetti massimi, che erano di
1.200 euro, porterà nelle casse dello stato circa 3,6 miliardi di euro l’anno,
oltre ai bolli sui conti correnti che daranno un gettito di 1,684 miliardi di
euro a carico di correntisti e risparmiatori, già spremuti e vessati dalle
banche. L'aumento non dovrebbe riguardare i conti correnti, che non rientrano
tra gli "strumenti finanziari", per i quali resta l'imposta fissa a 34,20 euro
l'anno, con l’esenzione dei conti con giacenze medie inferiori a 5.000
euro.
A pagare il conto della legge di stabilità saranno
ancora una volta famiglie, risparmiatori, contribuenti e correntisti, costretti
a subire costi dei conti correnti pari ad una media di 347 euro l’anno, contro
114 euro della media Ue, che oltre a versare ben 5,284 miliardi di euro per
avere un conto corrente o una custodia titoli, subiranno ulteriori stangate
anche dall’ammortizzazione dei crediti inesigibili svalutati, i cui costi di
pulizia di bilancio che ammontano a 2,2 miliardi solo nel 2014,verranno
sicuramente scaricati sui clienti.
Ecco
cosa cambia a partire dal 1 gennaio 2014 per le diverse forma di
risparmio:
*Ai
conti correnti bancari (32 milioni) e postali (6milioni) si devono aggiungere i
libretti di risparmio ed i buoni postali fruttiferi (1,5 milioni) Fonte:
stime ed elaborazioni Adusbef su dati ufficiali.
L'imposta di bollo sulle comunicazioni periodiche
applicabile agli estratti di conto corrente, ai rendiconti dei libretti di
risparmio ed alle comunicazioni relative ai prodotti finanziari – Articolo 13,
commi 2-bis e 2-ter, della Tariffa, allegata al DPR 26 ottobre 1972, n. 642
–come chiarita dalla Circolare dell’Agenzia delle Entrate del 10 maggio 2013- è
calcolata sulla somma del valore di tutti i prodotti intestati a uno stesso
cliente presso il medesimo istituto (banca o compagnia assicurativa), si calcola
sul capitale e si paga in un'unica soluzione in presenza di un solo invio
annuale, oppure suddiviso per il numero di comunicazioni inviate
nell'anno.
Adusbef e Federconsumatori, deluse da una “manovrina”
che continua a premiare la mano morta dei banchieri, non stabilizza alcuna
prospettiva di sviluppo per famiglie e consumatori
massacrati.
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