- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

giovedì 21 novembre 2013

A fianco della lotta dei tramvieri genovesi, per difendere salario, diritti , lavoro e servizi pubblici

Comunicato Sindacale Si.Al-Cobas Milano

Terzo giorno consecutivo di “sciopero selvaggio” dei lavoratori dell’Amt genovese,l’azienda pubblica di trasporto locale;un altro corteo verso palazzo Tursi ,la sede storica del Comune di Genova, blocchi ai caselli autostradali; convergenza con le mobilitazioni dei lavoratori delle altre aziende genovesi partecipate dal Comune.

Tutto questo nel quasi totale silenzio stampa dei grandi mezzi di comunicazioni,con i grandi sindacati confederali trascinati per i capelli in un conflitto che non volevano,con la precettazione in atto che significa multe fino a 700 euro per ciascun lavoratore.

Tutto questo per contrastare una delibera di Giunta voluta dal sindaco “Arancione” Doria che privatizza l’intero sistema delle aziende partecipate, a partire appunto dall’Amt.Una delibera che arriva dopo un accordo siglato tra Comune e organizzazioni sindacali confederali nel maggio scorso che già tagliava pesantemente il salario e non garantiva alcun futuro al trasporto pubblico in quella città.

Una delibera che privatizza ciò che rimane di tutte le ex-municipalizzate dopo il fallimento di un precedente tentativo di privatizzazione da cui Comune ed azienda del trasporto locale erano tornati precipitosamente INDIETRO CON CONSEGUENZE PESANTI PER LE CASSE DEL Comune di Genova..In una realtà in cui anche l’atra azienda di trasporto extraurbano,l’Apt,conosce una crisi verticale e vuole imporre un pesante taglio al salario dei lavoratori utilizzando la minaccia del fallimento…

Questa lotta costituisce uno scatto di dignità e consapevolezza da parte dei lavoratori genovesi del trasporto locale. Diventa una “vertenza esemplare”in difesa del posto di lavoro contro le politiche di austerità e lo strangolamento che le “politiche del debito” impongono agli Enti locali con ricadute pesanti sull’occupazione e la qualità dei servizi pubblici.

Ma questa lotta è anche un momento di “riconquista” da parte dei lavoratori di uno strumento oggi spesso spuntato ed inefficace: lo sciopero.

Con la scelta consapevole di violare le limitazioni all’esercizio di sciopero imposte dalla legge 142 i lavoratori dell’Amt di Genova aprono una strada: lo sciopero deve “colpire duro” per dare il senso della forza collettiva e del potere materiale di cui lavoratori e le lavoratrici possono disporre.

Come ha detto qualcuno,con un atto collettivo di questo tipo si scende dall’iperuranio delle “relazioni industriali” al mondo concreto dei rapporti di forza tra le classi.

E i lavoratori possono vincere. Hanno bisogno per questo di tutta la nostra solidarietà. Hanno bisogno di una informazione intelligente sulla loro lotta che li aiuti a resistere.

Fino ad oggi hanno deciso tutti insieme in Assemblea generale,riunendosi alla Chiamata del Porto e controllando costantemente l’operato della delegazione sindacale ai diversi tavoli di trattativa.

Occorre costruire a Genova e in tutta Italia,all’interno delle categorie interessate, ma non solo, arrivando a coinvolgere l’intero movimento dei lavoratori,i giovani , i precari, gli utenti dei servizi pubblici; una grande coalizione sociale che li sostenga fino in fondo,per vincere una battaglia ed aprire la strada alla ricerca di una alternativa alle politiche di austerita’ ed alle complicità con esse di tutto il sistema politico e delle burocrazie sindacali confederali.

Occorre costruire una “cassa di resistenza”  alimentata  da tutti coloro che riconoscono la grande importanza del conflitto sindacale in corso con l’obiettivo di aiutare i tramvieri a reggere e affrontare  le sanzioni pesanti che non si faranno attendere.

Il sindacalismo di base deve prendersi,in tutta Italia ,le proprie responsabilità in questo scontro,sostenendo fino in fondo la lotta dei tramvieri genovesi

Si.Al-Cobas milano

Milano 21 novembre 2013