Comunicato Sindacale Si.Al-Cobas Milano
Terzo giorno consecutivo di “sciopero selvaggio”
dei lavoratori dell’Amt genovese,l’azienda pubblica di trasporto locale;un
altro corteo verso palazzo Tursi ,la sede storica del Comune di Genova, blocchi
ai caselli autostradali; convergenza con le mobilitazioni dei lavoratori delle
altre aziende genovesi partecipate dal Comune.
Tutto questo nel quasi totale silenzio stampa dei
grandi mezzi di comunicazioni,con i grandi sindacati confederali trascinati per
i capelli in un conflitto che non volevano,con la precettazione in atto che
significa multe fino a 700 euro per ciascun lavoratore.
Tutto questo per contrastare una delibera di Giunta
voluta dal sindaco “Arancione” Doria che privatizza l’intero sistema delle
aziende partecipate, a partire appunto dall’Amt.Una delibera che arriva dopo un
accordo siglato tra Comune e organizzazioni sindacali confederali nel maggio
scorso che già tagliava pesantemente il salario e non garantiva alcun futuro al
trasporto pubblico in quella città.
Una delibera che privatizza ciò che rimane di tutte
le ex-municipalizzate dopo il fallimento di un precedente tentativo di
privatizzazione da cui Comune ed azienda del trasporto locale erano tornati
precipitosamente INDIETRO CON CONSEGUENZE PESANTI PER LE CASSE DEL Comune di Genova..In
una realtà in cui anche l’atra azienda di trasporto extraurbano,l’Apt,conosce
una crisi verticale e vuole imporre un pesante taglio al salario dei lavoratori
utilizzando la minaccia del fallimento…
Questa lotta costituisce uno scatto di dignità e
consapevolezza da parte dei lavoratori genovesi del trasporto locale. Diventa
una “vertenza esemplare”in difesa del posto di lavoro contro le politiche di austerità
e lo strangolamento che le “politiche del debito” impongono agli Enti locali
con ricadute pesanti sull’occupazione e la qualità dei servizi pubblici.
Ma questa lotta è anche un momento di “riconquista”
da parte dei lavoratori di uno strumento oggi spesso spuntato ed inefficace: lo
sciopero.
Con la scelta consapevole di violare le limitazioni
all’esercizio di sciopero imposte dalla legge 142 i lavoratori dell’Amt di
Genova aprono una strada: lo sciopero deve “colpire duro” per dare il senso
della forza collettiva e del potere materiale di cui lavoratori e le
lavoratrici possono disporre.
Come ha detto qualcuno,con un atto collettivo di
questo tipo si scende dall’iperuranio delle “relazioni industriali” al mondo
concreto dei rapporti di forza tra le classi.
E i lavoratori possono vincere. Hanno bisogno per
questo di tutta la nostra solidarietà. Hanno bisogno di una informazione
intelligente sulla loro lotta che li aiuti a resistere.
Fino ad oggi hanno deciso tutti insieme in
Assemblea generale,riunendosi alla Chiamata del Porto e controllando
costantemente l’operato della delegazione sindacale ai diversi tavoli di
trattativa.
Occorre costruire a Genova e in tutta
Italia,all’interno delle categorie interessate, ma non solo, arrivando a
coinvolgere l’intero movimento dei lavoratori,i giovani , i precari, gli utenti
dei servizi pubblici; una grande coalizione sociale che li sostenga fino in
fondo,per vincere una battaglia ed aprire la strada alla ricerca di una
alternativa alle politiche di austerita’ ed alle complicità con esse di tutto
il sistema politico e delle burocrazie sindacali confederali.
Occorre costruire una “cassa di resistenza” alimentata da tutti coloro che riconoscono la grande
importanza del conflitto sindacale in corso con l’obiettivo di aiutare i
tramvieri a reggere e affrontare le
sanzioni pesanti che non si faranno attendere.
Il sindacalismo di base deve prendersi,in tutta Italia
,le proprie responsabilità in questo scontro,sostenendo fino in fondo la lotta
dei tramvieri genovesi
Si.Al-Cobas milano
Milano 21 novembre 2013