LA SANITA’ INTEGRATIVA FA BENE..…
ALLE
ASSICURAZIONI
Più che
integrative si tratta di prestazioni sostitutive
a quelle che fornisce il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) in quanto si ritiene
che i tempi di attesa per avere una visita, o uno o più esami, siano così lunghi
da scoraggiare chi deve sottoporsi. I lavoratori sono soggetti ad una
imposizione fiscale che finanzia (dopo averne dato origine) il SSN. Tutto
ciò è frutto di anni di lotte sindacali. E di questo molti
lavoratori, compresi anche buona parte dei sindacati, si sono dimenticati,
allora si cerca “di difendersi” sborsando di tasca propria (la parte
aziendale viene scalata dagli aumenti contrattuali) alcuni denari per
ottenere ciò che è già stato pagato.
Non solo, ma non ci si rende conto che quanto acquisito
nel SSN, con queste forme assicurative “integrative”, viene progressivamente
eliminato.
E’
previsto ad esempio che, con le ultime misure prese dal
governo, si avrà un taglio alla Sanità Pubblica di 17 miliardi (spending review
ecc.), e sono già anni che l’INAIL sostiene il deficit delle Stato con circa
due miliardi all’anno trasferendo al Tesoro i denari dei lavoratori destinati ad
eliminare o ridurre gli infortuni/malattie professionali e per risarcire le
vittime del lavoro: per questo diventa difficile avere i riconoscimenti
dovuti e, nella gran parte dei casi, si finisce davanti al giudice per ottenere
un proprio diritto.
Tenuto conto
che i lavoratori hanno diritto alla salvaguardia
della loro salute nei luoghi di lavoro come ha stabilito la Riforma
Sanitaria del 1978 (L. 833/78), e di essere sottoposti a visite ed esami
mirati in relazione alle possibili fonti di rischio presenti nelle aziende,
come stabilisce la legge sulla salute e sicurezza sul lavoro (L. 81/2008). Va
comunque sottolineato che le fonti di rischio, nella misura in cui si conoscono,
devono essere eliminate.
La sanità
integrativa, oltre a fare perdere il senso del
diritto, induce anche a promuovere una concezione di salute sbagliata,
quella per cui le condizioni di salute dipendono dalla quantità di visite ed
esami cui ci si sottopone. Si fanno passare per necessari, screening di massa
con l’idea che più prestazioni si fanno = più salute, le liste di attesa
non finisco mai, e ci va di mezzo chi ne ha effettivamente bisogno.
Ci si renda
conto che il sistema medico-industriale, specie in una
situazione di crisi generale, è pronto a tutto, anche ad inventare malattie per
vendere farmaci, visite e macchinari elettromedicali e, non ultimo, per indurre
i cittadini (che possono) ad assicurarsi.
Torniamo a
ragionare, ovvero torniamo a lottare per non perdere i diritti che abbiamo
acquisito e per ottenere quelli che ci hanno sottratto, a partire dalla
eliminazione dei ticket, per finire dal rendere dovute e gratuite le cure
dentarie per tutti. Incentivare la sanità integrativa significa non lottare più
per un diritto acquisito e già pagato con il servizio sanitario nazionale. IL
diritto alla salute non è solo per chi se lo può
permettere.
20 gennaio
2014