- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

venerdì 24 gennaio 2014

Anche in Agusta arriva l’assistenza sanitaria integrativa

LA SANITA’ INTEGRATIVA FA BENE..… 
ALLE ASSICURAZIONI

Più che integrative si tratta di prestazioni sostitutive a quelle che fornisce il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) in quanto si ritiene che i tempi di attesa per avere una visita, o uno o più esami, siano così lunghi da scoraggiare chi deve sottoporsi. I lavoratori sono soggetti ad una imposizione fiscale che finanzia (dopo averne dato origine) il SSN. Tutto ciò è frutto di anni di lotte sindacali. E di questo molti lavoratori, compresi anche buona parte dei sindacati, si sono dimenticati, allora si cerca “di difendersi” sborsando di tasca propria (la parte aziendale viene scalata dagli aumenti contrattuali) alcuni denari per ottenere ciò che è già stato pagato.

Non solo, ma non ci si rende conto che quanto acquisito nel SSN, con queste forme assicurative “integrative”, viene progressivamente eliminato.


E’ previsto ad esempio che, con le ultime misure prese dal governo, si avrà un taglio alla Sanità Pubblica di 17 miliardi (spending review ecc.), e sono già anni che l’INAIL sostiene il deficit delle Stato con circa due miliardi all’anno trasferendo al Tesoro i denari dei lavoratori destinati ad eliminare o ridurre gli infortuni/malattie professionali e per risarcire le vittime del lavoro: per questo  diventa   difficile avere i riconoscimenti dovuti e, nella gran parte dei casi, si finisce davanti al giudice per ottenere un proprio diritto.

Tenuto conto che i lavoratori hanno diritto alla salvaguardia della loro salute nei luoghi di lavoro come ha stabilito  la   Riforma Sanitaria del 1978   (L. 833/78),  e di essere sottoposti a visite ed esami mirati in relazione alle possibili fonti di rischio presenti nelle  aziende, come stabilisce la legge sulla salute e sicurezza sul lavoro (L. 81/2008). Va comunque sottolineato che le fonti di rischio, nella misura in cui si conoscono, devono essere eliminate.


La sanità integrativa, oltre a fare perdere il senso del diritto, induce anche a promuovere una concezione di salute sbagliata, quella per cui le condizioni di salute dipendono dalla quantità di visite ed esami  cui ci si sottopone. Si fanno passare per necessari, screening di massa con l’idea che più prestazioni si fanno = più salute, le liste di attesa non finisco mai, e ci va di mezzo chi ne ha effettivamente bisogno.

Ci si renda conto che il sistema medico-industriale, specie in una situazione di crisi generale, è pronto a tutto, anche ad inventare malattie per vendere farmaci, visite e macchinari elettromedicali e, non ultimo, per indurre i cittadini (che possono) ad assicurarsi.

Torniamo a ragionare, ovvero torniamo a lottare per non perdere i diritti che abbiamo acquisito e per ottenere quelli che ci hanno sottratto,  a partire dalla eliminazione dei ticket, per finire dal rendere dovute e gratuite le cure dentarie per tutti. Incentivare la sanità integrativa significa non lottare più per un diritto acquisito e già pagato con il servizio sanitario nazionale. IL diritto alla salute non è solo per chi se lo può permettere.


20 gennaio 2014