A naso, il Carroccio prima partecipa alle nomine dei manager sanitari e poi sembra ottenere dagli stessi una percentuale per rimpinguare le proprie casse (potrebbe trattarsi di decine di migliaia di euro). Non è chiaro se la richiesta sia la norma per i manager di nomina regionale e quindi politica. Sicuramente il contributo è una goccia rispetto a quello che è lo stipendio annuo lordo riconosciuto dalla Regione ai vertici delle aziende sanitarie. Al direttore generale — secondo un criterio del maggio 2013 — vengono riconosciuti 154mila euro. E 123mila ai «direttori amministrativi, sociali sanitari».
Un «contributo volontario». Siamo a fine dicembre 2011: il direttore generale dell’Asl di Mantova, Mauro Borelli – manager in quota Lega – avverte tramite mail tutti gli altri direttori sanitari con lo stesso orientamento politico che dovranno effettuare un versamento direttamente sul conto corrente di Intesa San Paolo della tesoreria del Carroccio. Il pagamento consigliato per i suoi pari grado ammonta a 6mila euro. Per i sottoposti, invece, la metà. Il messaggio, che ha come destinatari i dirigenti di una ventina di altre aziende ospedaliere, ha «priorità alta». I destinatari sono i pari grado di Borelli: si spazia da Chiari a Lecco, da Lodi alla direzione generale ospedaliera di Varese.
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