Non
è stato raggiunto il quorum al referendum sui tagli al costo del lavoro
in Alitalia. Lo annuncia il segretario generale aggiunto della Uilt
Marco Veneziani, precisando che hanno votato in 3.500 su 13.200
lavoratori.
L'accordo è inapplicabile
Il referendum organizzato da Filt Cgil, Fit Cisl, Ugl e Usb sull'accordo contenente anche i tagli al costo del lavoro dell'Alitalia doveva raggiungere il quorum del 50% più uno dei lavoratori. Gli accordi integrativi prevedono risparmi sul costo del lavoro per 31 milioni di euro. Marco Veneziani (Uilt) ha aggiunto che gli accordi firmati dalle sole sigle Filt, Fit, Ugl e Usb non sono validi e per questo occorre ritornare al tavolo di trattativa per fare un nuovo accordo.
Il referendum organizzato da Filt Cgil, Fit Cisl, Ugl e Usb sull'accordo contenente anche i tagli al costo del lavoro dell'Alitalia doveva raggiungere il quorum del 50% più uno dei lavoratori. Gli accordi integrativi prevedono risparmi sul costo del lavoro per 31 milioni di euro. Marco Veneziani (Uilt) ha aggiunto che gli accordi firmati dalle sole sigle Filt, Fit, Ugl e Usb non sono validi e per questo occorre ritornare al tavolo di trattativa per fare un nuovo accordo.
La bocciatura dei lavoratori
Spicca, in particolare l'astensione, pressochè totale, del personale navigante. Infatti, ha riferito Veneziani, dei 5.400 aventi diritto (di cui 1.800 piloti e gli altri assistenti di volo) non ha votato il 97%. Dei 3.500 voti, 3.000 sono stati i sì e 500 i no. «L'accordo - ha detto ancora Veneziani - è stato bocciato. Con queste intese si è voluto mortificare professionalità presenti in azienda. Noi avevamo già fatto le nostre proposte all'azienda e riconfermiamo la disponibilità a riaprire la trattativa».
E a chi gli chiedeva se il risultato del referendum possa avere ripercussioni in vista della definizione dell'accordo con la compagnia di Abu Dhabi, Veneziani ha precisato che «Etihad non c'entra nulla». «La questione dell'integrativo e dei risparmi risale a prima che cominciasse la trattativa con il vettore arabo ed è una questione posta soltanto dall'azienda», ha concluso.
Sindacati divisi sulla validità dell'accordoSpicca, in particolare l'astensione, pressochè totale, del personale navigante. Infatti, ha riferito Veneziani, dei 5.400 aventi diritto (di cui 1.800 piloti e gli altri assistenti di volo) non ha votato il 97%. Dei 3.500 voti, 3.000 sono stati i sì e 500 i no. «L'accordo - ha detto ancora Veneziani - è stato bocciato. Con queste intese si è voluto mortificare professionalità presenti in azienda. Noi avevamo già fatto le nostre proposte all'azienda e riconfermiamo la disponibilità a riaprire la trattativa».
E a chi gli chiedeva se il risultato del referendum possa avere ripercussioni in vista della definizione dell'accordo con la compagnia di Abu Dhabi, Veneziani ha precisato che «Etihad non c'entra nulla». «La questione dell'integrativo e dei risparmi risale a prima che cominciasse la trattativa con il vettore arabo ed è una questione posta soltanto dall'azienda», ha concluso.
Secondo Giovanni Luciano, segretario generale della Fit Cisl, nonostante il quorum sul referendum non abbia raggiunto il quorum, l'accordo è valido. In un tweet, ha spiegato, i votanti sono stati il 30% dei lavoratori dell'Alitalia, e di questi, l'80% si è espresso a favore dell'accordo. «Circa il 30% di votanti in 25 ore di seggi aperti - afferma Luciano - con oltre 80% di sì. Quorum mancato, accordo salvo».
Non è stato raggiunto il quorum al referendum sui tagli al costo del lavoro in Alitalia: hanno votato 3.500 su 13.200 lavoratori. La Uilt dice che così l'accordo non è valido e chiede una nuova intesa, mentre Cgil, Cisl e Ugl sostengono che trattandosi di un referendum abrogativo, resta la validità degli accordi.' 'Abbiamo chiesto ai lavoratori e ai sindacati grande responsabilità ma i sindacati discutono su chi ha più iscritti, non sapendo che la prospettiva: futuro o baratro'', afferma il ministro Lupi. Oggi l'assemblea degli azionisti della compagnia è chiamata ad approvare il bilancio 2013 e l'aumento di capitale. Etihad nega di aver posto un ultimatum alla compagnia per chiudere l'accordo entro il 28 luglio.
ansa.it