- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

venerdì 1 agosto 2014

Crisi, sempre più aziende non pagano i lavoratori. Boom del recupero crediti

Tfr, mensilità arretrate, stipendi non pagati: 670 vertenze aperte nei primi sei mesi del 2014. I lavoratori sono diventati un "ammortizzatore sociale aggiuntivo". I dati dell'ufficio vertenze della Camera del Lavoro di Milano 

MILANO - La crisi la pagano ancora i lavoratori. È quanto emerge dallo studio sui dati dell'Ufficio vertenze del lavoro della Cgil di Milano. Nel primo semestre del 2014 sono state aperte 670 pratiche per il recupero credito: sono la voce più importante delle 2.394 vertenze partite tra gennaio e giugno. Il dato 2013 era di 1.817 casi di recupero credito su un totale di 5.239 vertenze. Il record storico registrato dallo sportello della Camera del Lavoro è stato nel 2010: 2.289 casi di recupero crediti su un totale di 5.838 vertenze. "I lavoratori sono diventati una forma di ammortizzatore sociale non riconosciuta", commenta Graziano Gorla, segretario della Camera del Lavoro di Milano.
Nella categoria rientrano i licenziati che non hanno ottenuto il Tfr, quelli a cui non sono state versate della mensilità, lavoratori a cui l'azienda deve versare degli arretrati, ma ne paga solo una parte. A queste si aggiunge anche una categoria che è molto più difficile da tracciare. Sono sempre più numerose, infatti, le aziende con meno di 15 dipendenti che non licenziano ma non pagano gli stipendi. "Molti hanno paura a rivolgersi a noi perché non vogliono perdere il posto di lavoro", aggiunge Gorla.
redattoresociale.it