- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

sabato 2 agosto 2014

Report Assemblea nazionale dei delegati Adl e Si Cobas

Domenica 27 Luglio si è riunita l’assemblea nazionale dei delegati SI Cobas e ADL Cobas (con l’adesione della Confederazione Cobas settore Privato) che nella stragrande maggioranza lavorano nel settore della logistica. Essendo passato più di tre mesi da quella precedente, era forte l’esigenza di un momento di confronto sui risultati delle lotte dell’ultimo periodo, tanto che il primo punto all’ordine del giorno recitava proprio: “valutazione complessiva dei risultati ottenuti in relazione alla vertenza nazionale della logistica”. Vertenza nazionale per il rinnovo del CCNL trasporto merci e logistica portata avanti congiuntamente dai due sindacati di base sin dai primi mesi del 2013 e che ha ottenuto risultati molto significativi nelle più importanti filiere della logistica, che si aggiungono alle numerose vittorie nei singoli magazzini ed aziende. L’insieme d’interessi padronali, politici e sindacali intaccati dalle mobilitazioni dei facchini e dei solidali ha scatenato però una reazione molto dura ed organizzata da parte della controparte, che di certo non resta a guardare. Anche questa quindi era una delle questioni centrali dell’assemblea, espressa dal secondo punto dell’ODG, “valutazioni sulla controffensiva padronale sia in termini di repressione […] sia in termini di iniziativa politica dei padroni in combutta con i sindacati confederali”. 
Per quanto la discussione su cosa mettere concretamente in campo sia stata fondamentalmente rimandata al 21 Settembre, data in cui è stata convocata un’altra assemblea nazionale (da tenere questa volta in diverse città collegate in videoconferenza), non sono mancate una serie di proposte operative: stante la necessità di gestire in maniera maggiormente centralizzata i diversi attacchi che si stanno subendo, si è parlato di costruire un coordinamento tra i diversi licenziati di modo che possano rafforzarsi vicendevolmente e costituire un’unica voce, insieme a coordinamenti territoriali nelle città in cui si è forti e in cui si può contare sul sostegno di altre organizzazioni. Particolarmente importante sarebbe inoltre un rafforzamento dei coordinamenti tra i lavoratori di diverse città ma della stessa azienda (come TNT) di modo da rafforzare le situazioni più deboli e di far sì che “quando il padrone si muove, si muove tutto il territorio nazionale”, come detto da Guglielmo del SI Cobas di Roma. 
L’intenzione è però di non rimanere isolati nel settore della logistica, ma di generalizzare (parola ricorrente negli interventi) il fronte di lotta, rivolgendosi ai lavoratori degli altri settori, a chi si batte per avere un tetto sopra la testa, a chi si muove contro le nocività ambientali, a tutti quelli che stanno pagando il conto di questa crisi economica, nell’ottica di partire da questo settore di classe per affrontare gli obbiettivi della classe tutta. Con questo spirito è stata citata la causa palestinese, suscitando un’esplosione di applausi, ed è anche stato detto che un eventuale sciopero nazionale della logistica debba intrecciarsi con ciò che il movimento chiama sciopero “metropolitano” di Ottobre.  D’altronde se il fronte padronale agisce su diversi livelli, noi dobbiamo “fare nostro il suo metodo” e rispondere in maniera altrettanto complessiva, come ha detto lo stesso lavoratore DHL.
D’altra parte solo il giorno prima, Sabato 26 Luglio, si era tenuta la giornata internazionale di supporto ai facchini licenziati dall’Ikea di Piacenza, con 13 città mobilitate in Italia ed altre 4 nel resto Europa (Amburgo, Berlino, Cordoba, Vienna), che tra picchetti, volantinaggi e cortei, hanno provato a scalfire il blocco granitico di interessi coagulato attorno al “Partito Ikea”. Un risultato importante che ha però visto ancora una volta una controparte compatta nel criminalizzare le iniziative e nel chiudere ogni margine di trattativa. 
Ma come più volte ripetuto dai numerosi facchini presenti, su questo come sugli altri fronti non si tratta che dell’inizio di un movimento che alimenterà l’allargamento del fronte proletario. 
adlcobas.it