Domenica 27 Luglio si è riunita l’assemblea nazionale
dei delegati SI Cobas e ADL Cobas (con l’adesione della Confederazione
Cobas settore Privato) che nella stragrande maggioranza lavorano nel
settore della logistica. Essendo passato più di tre mesi da quella
precedente, era forte l’esigenza di un momento di confronto sui
risultati delle lotte dell’ultimo periodo, tanto che il primo punto all’ordine del giorno recitava proprio: “valutazione complessiva dei risultati ottenuti in relazione alla vertenza nazionale della logistica”. Vertenza nazionale
per il rinnovo del CCNL trasporto merci e logistica portata avanti
congiuntamente dai due sindacati di base sin dai primi mesi del 2013 e
che ha ottenuto risultati molto significativi nelle più importanti
filiere della logistica, che si aggiungono alle numerose vittorie nei
singoli magazzini ed aziende. L’insieme d’interessi padronali, politici e
sindacali intaccati dalle mobilitazioni dei facchini e dei solidali ha
scatenato però una reazione molto dura ed organizzata da parte della
controparte, che di certo non resta a guardare. Anche questa quindi era
una delle questioni centrali dell’assemblea, espressa dal secondo punto
dell’ODG, “valutazioni sulla controffensiva padronale sia in termini
di repressione […] sia in termini di iniziativa politica dei padroni in
combutta con i sindacati confederali”.
Per quanto la discussione su cosa mettere
concretamente in campo sia stata fondamentalmente rimandata al 21
Settembre, data in cui è stata convocata un’altra assemblea nazionale
(da tenere questa volta in diverse città collegate in videoconferenza),
non sono mancate una serie di proposte operative: stante la necessità di
gestire in maniera maggiormente centralizzata i diversi attacchi che si
stanno subendo, si è parlato di costruire un coordinamento tra i
diversi licenziati di modo che possano rafforzarsi vicendevolmente e
costituire un’unica voce, insieme a coordinamenti territoriali nelle
città in cui si è forti e in cui si può contare sul sostegno di altre
organizzazioni. Particolarmente importante sarebbe inoltre un
rafforzamento dei coordinamenti tra i lavoratori di diverse città ma
della stessa azienda (come TNT) di modo da rafforzare le situazioni più
deboli e di far sì che “quando il padrone si muove, si muove tutto il
territorio nazionale”, come detto da Guglielmo del SI Cobas di Roma.
L’intenzione è però di non rimanere isolati nel
settore della logistica, ma di generalizzare (parola ricorrente negli
interventi) il fronte di lotta, rivolgendosi ai lavoratori degli altri
settori, a chi si batte per avere un tetto sopra la testa, a chi si
muove contro le nocività ambientali, a tutti quelli che stanno pagando
il conto di questa crisi economica, nell’ottica di partire da questo
settore di classe per affrontare gli obbiettivi della classe tutta. Con
questo spirito è stata citata la causa palestinese, suscitando
un’esplosione di applausi, ed è anche stato detto che un eventuale
sciopero nazionale della logistica debba intrecciarsi con ciò che il
movimento chiama sciopero “metropolitano” di Ottobre.
D’altronde se il fronte padronale agisce su diversi livelli, noi
dobbiamo “fare nostro il suo metodo” e rispondere in maniera altrettanto
complessiva, come ha detto lo stesso lavoratore DHL.
D’altra parte solo il giorno prima, Sabato 26 Luglio, si era tenuta la giornata internazionale di supporto ai facchini licenziati dall’Ikea di Piacenza,
con 13 città mobilitate in Italia ed altre 4 nel resto Europa (Amburgo,
Berlino, Cordoba, Vienna), che tra picchetti, volantinaggi e cortei,
hanno provato a scalfire il blocco granitico di interessi coagulato
attorno al “Partito Ikea”.
Un risultato importante che ha però visto ancora una volta una
controparte compatta nel criminalizzare le iniziative e nel chiudere
ogni margine di trattativa.
Ma come più volte ripetuto dai numerosi facchini
presenti, su questo come sugli altri fronti non si tratta che
dell’inizio di un movimento che alimenterà l’allargamento del fronte
proletario.
adlcobas.it