Lavoro di scarsa qualità, dipendenti sotto stress a causa di un “elevato livello di pressione” e della “necessità di svolgere mansioni complesse con risorse limitate”, precariato dilagante che “intrappola” i giovani. Non è la descrizione del mercato del lavoro di un Paese in via di sviluppo ma la fotografia di quello italiano, scattata dall’Ocse nel rapporto sull’occupazione presentato a Parigi mercoledì. L’organizzazione parigina sollecita per questo l’approvazione “rapida” del Jobs Act, il cui esame in Senato riparte giovedì. E auspica anche procedure più chiare per i licenziamenti: al posto del reintegro meglio un’indennità crescente con l’anzianità di servizio.
“Con il decreto Poletti più dualismo” – “A seguito della ‘riforma Fornero‘ del 2012″, nota il rapporto, “il mercato del lavoro italiano ha parzialmente ridotto la sua eccessiva dipendenza dai contratti atipici. Ma le imprese tendono ancora ad assumere lavoratori giovani e inesperti solo attraverso contratti a tempo determinato”. Che, nota l’Ocse in un altro capitolo del documento, inducono le aziende a “fare meno investimenti per i lavoratori non regolari, ciò che potrebbe diminuire la loro produttività e lo sviluppo del capitale umano dell’impresa”. E “la recente liberalizzazione dei contratti a tempo determinato”, cioè il decreto Poletti, di cui Matteo Renzi già rivendica i “risultati verificabili”, “pur rispondendo al bisogno di aumentare rapidamente l’occupazione potrebbe condurre ad accrescere nuovamente il dualismo del mercato del lavoro”. Pertanto secondo l’Ocse è “importante che il Jobs Act sia approvato e reso operativo rapidamente, in modo da ridurre i costi di licenziamento e, in particolare, ridurre l’incertezza sull’esito dei licenziamenti economici”. L’organizzazione suggerisce anche come intervenire: sostituendo il reinserimento in azienda con “un’indennità crescente con l’anzianità di servizio”. Infine, “maggiore sforzo deve esser fatto per avanzare nella direzione di una Aspi universale, come indicato nelle riforma del 2012 e rinforzato nel progetto di Jobs Act”.