Quattro conti e un parallelo. Per capire dove andiamo a finire. Ma pure per evidenziare dove eravamo e dove vorremmo andare viste le chiacchiere che gironzolano a spron battuto.
Parliamo di soldi: soldi degli italiani. Quelli spesi e quelli scialacquati. Vorremmo aggiungere “rubati”, ma le denunce sono in agguato. Quindi stiamo alle cifre e ciascuno dica la sua.
Nel 1983 (dati ufficiali del Fondo Monetario Internazionale), l’Italia aveva un Pil di 428.412 milioni di dollari. Era il doppio di quello dell’India, il triplo di quello del Brasile e del 30% più alto della Cina. Ora, il parallelo è osceno. Siamo precipitati come un sasso nel vuoto.
La nostra Camera dei Deputati costava un quarto di quanto costa ora. 300 milioni di Euro cioè 3,67 volte di più di allora. Chi obietta che il Paese in questi trent’anni è cresciuto in proporzione, dice il falso. Il Pil pro capite degli italiani era di 14.530 Euro allora e 20.356 ora.
Significa che la ricchezza dei cittadini, in trent’anni è cresciuta del 40,1%, mentre i costi di Montecitorio sono aumentati del 367% quindi, nove volte di più.
Per il Senato, stessa solfa. Nel 1983 costava 107,2 miliardi di lire (154,7 milioni di Euro) e oggi è di 574 milioni di Euro e anche di più. Dentro le cifre si scoprono alcune “voci” che non parlano affatto di “tagli” e di “riduzioni” (Grasso e Boldrini non commentano).