Una
presidenza composta da delegati e delegate sindacali di Aziende in lotta sul
territorio. Una platea di circa centocinquanta persone, provenienti da settori di lavoro
e da esperienze politiche e sindacali differenti. Un minimo comune denominatore:
la volontà di riportare la questione lavoro al centro della agenda politica
milanese e di ricomporre un movimento di classe da troppo tempo diviso e
indebolito.
Questa in
estrema sintesi e' stata l'assemblea del 17 ottobre, organizzata dal Comitato
di Lotta per il Lavoro di Milano e Provincia.
Rimangono
purtroppo alcune difficoltà, emerse in limitati interventi che non hanno voluto
cogliere a pieno il senso di un’iniziativa volta ad unire le lavoratrici ed i
lavoratori, al di là delle differenze sindacali e politiche, su poche e chiare
parole d'ordine, che nulla hanno a che
fare con visioni autoreferenziali. Siamo certi che l’urgenza prioritaria di
unità dei lavoratori prevarrà, rendendo nel tempo inutili le logiche divisive.
Il dibattito nel suo senso generale ha raccolto favorevolmente la proposta
degli organizzatori.
E' emersa
infatti dalla maggioranza dei contributi, una posizione chiara e
costruttiva, che chiede un impegno unitario, a partire dai luoghi di lavoro e dai
territori, nel cercare di allargare il fronte di lotta a tutte le RSU, tutti i
delegati, tutte le lavoratrici ed i lavoratori.
E' stata
infatti evidenziata in modo netto, la necessità che i lavoratori tornino ad
essere protagonisti attivi nella lotta per il lavoro.
E' stato
proposto da più voci, di allargare il fronte di lotta a tutta la cittadinanza
ogni qual volta una azienda chiude, delocalizza, licenzia o sfrutta lavoratori
e lavoratrici ai limiti della schiavitù. Di esercitare forte pressione sulle
istituzioni locali perché si facciano fortemente carico delle istanze dei
lavoratori e delle lavoratrici. Tutti hanno condiviso la convinzione che la
perdita di un posto di lavoro, la chiusura di un
qualsiasi luogo di lavoro, non coinvolge solo chi subisce direttamente l'espulsione
dal mondo del lavoro, ma interessa tutto il territorio che, in questo
modo, si impoverisce.
Si e'
inoltre palesata l'urgenza di avviare pratiche solidaristiche tra lavoratori,
in modo da contrastare chi ci vorrebbe vedere soli ed inermi di fronte al
padrone.
A fronte di
tutto ciò abbiamo deciso:
-
Di attivarci tutti e tutte
immediatamente a sostenere e partecipare a presidi, picchetti, scioperi e
manifestazioni promosse da lavoratrici e lavoratori in lotta ovunque nella ns
provincia.
-
Organizzare assemblee territoriali
che pongano le basi organizzative della nostra proposta
-
lavorare alla costruzione di un
primo momento di mobilitazione propedeutico alla marcia.
-
Un
importante primo passo nella direzione auspicata dunque.
Non
ringrazieremo tutti e tutti coloro i quali l'hanno reso possibile, ma faremo di
più: ci impegneremo da subito a praticare la strada indicata, a liberarla da
personalismi e protagonismi che fanno male al movimento dei lavoratori, in modo
da obbligare la politica, gli enti locali di ogni livello, a confrontarsi con la drammatica situazione
delle lavoratrici e dei lavoratori del territorio, per fare in modo che si
impegnino in concreto a fornire risposte alla urgente richiesta di un lavoro dignitoso
per tutti e tutte.
Nei
prossimi giorni proseguiremo nel nostro lavoro, contattando ancora più delegati
ed esperienze territoriali. Siamo solo all’inizio.
LAVORARE MENO E
LAVORARE TUTTI – SALARIO DIGNITOSO
MENO TEMPO DI LAVORO E
PIU’ TEMPO DI VITA!
Nadia Rosa
e Massimiliano Murgo