Il progetto presentato al convegno sui 20 anni di Fondazione Progetto Arca, una delle tre realtà coinvolte. La sperimentazione durerà 24 mesi, in cui si punterà a responsabilizzare subito la persona senza casa perché si renda indipendente, senza passare da dormitori.
Lo scorso anno in Italia le sentenze di sfratto sono state più di 73mila. Di cui oltre 65mila per “morosità incolpevole”: perlopiù inquilini che non riuscivano a pagare l’affitto perché rimasti senza lavoro. Due dati che fanno capire al volo come il passaggio da una condizione di vita normale a quella di homeless possa rivelarsi più breve di quanto si immagina. In questo quadro, e mentre il governo fatica a trovare risorse per affrontare l’emergenza abitativa, associazioni e onlus stanno sperimentando in tutto il Paese forme di intervento per dare subito un alloggio stabile a chi vive per strada. Un approccio che, sostengono, costa meno e funziona meglio rispetto a soluzioni temporanee come dormitori o comunità di accoglienza. Così la Federazione italiana organismi per le persone senza dimora, costituita da un centinaio tra enti locali e associazioni che lavorano con i senza tetto, sta lavorando per replicare in modo strutturato in Italia il modello “Housing first”, messo a punto negli Stati Uniti e basato proprio sull’assegnazione di case gestite da enti del terzo settore. La federazione, insieme ad Acli, Caritas e altre organizzazioni, ha inoltre proposto l’istituzione di un Reddito di inclusione sociale che consentirebbe agli utenti di pagarsi l’alloggio.