CIFRE FUORI BINARIO
Tutto comincia il 24 ottobre quando, un articolo («Il costo della Tav sale a 12 miliardi») pubblicato dal Il Sole 24 Ore, sulla base delContratto di Programma 2012-2016, accende riflettori e polemiche sui costi della nuova linea ferroviaria che unisce l’Italia e la Francia: per realizzare la Torino-Lione, scrive infatti il giornale di Confindustria, gli investimenti calcolati in 8,3 miliardi nel 2012,sarebbero saliti, per effetto dell’aggiornamento all’anno in corso, a 11,9 miliardi. Per realizzare il 57,9 per cento dell’opera spettante all’Italia occorrerebbero in sostanza non più 4,8, ma la bellezza di 6,9 miliardi di euro. Sottraendo il 40 per cento coperto con finanziamenti dell’Unione europea, a carico dell’Italia, stando proprio al Contratto di Programma 2012-2016 sottoscritto l’8 agosto di quest’anno tra Rfi e il ministro Maurizio Lupi, resterebbero quindi 4,1 miliardi e non 2,9 come stimato da Ltf (Lyon Turin Ferroviaire), la società mista italo-francese incaricata della progettazione e della costruzione della Tav. Cifre che fanno rizzare i capelli ai parlamentari della commissione Trasporti del Senato che, allarmatissimi, convocano i vertici di Ferrovie dello Stato (controllore di Rfi). L’audizione, a Palazzo Madama, viene fissata per l’11 novembre, giorno in cui però si assiste ad un altro balletto di cifre.
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