Istanza di fallimento: l'amministratore giudiziario ha chiesto ai giudici 5 settimane di tempo per verificare la possibile acquisizione delle Coop Nordest. Debito da 103 milioni di euro: in ballo i risparmi di una vita di molti anziani, dopo una gestione allegra e la mancanza di controlli
TRIESTE - Adesso ogni speranza dei 600 lavoratori e dei 17 mila piccoli risparmiatori è appesa all’acquisizione delle Coop operaie di Trieste, Istria e Friuli da parte delle Coop Consumatori Nordest (630 mila soci e un patrimonio di circa 800 milioni di euro). Queste ultime, nei giorni scorsi, avevano già evidenziato “la solidità e la liquidità assolutamente fuori discussione” del loro prestito sociale sulle pagine dei giornali locali. Ieri, nell’udienza prefallimentare, l’avvocato Maurizio Consoli, in veste di amministratore giudiziario, ha infatti chiesto ai giudici di via del Coroneo il rinvio della decisione sull’istanza di fallimento e, soprattutto, 5 settimane di tempo per definire proprio l’acquisizione delle Coop operaie triestine da parte delle Coop Nordest. Se l’operazione andrà in porto, le Coop Nordest “entrerebbero” subito nell’operazione-salvataggio con 80 milioni di euro.
Secondo l’accusa della Procura, le Coop triestine avrebbero circa 37 milioni di euro di “buco”, un passivo mascherato da operazioni immobiliari al fine di “gonfiare il patrimonio netto e rientrare - solo fittiziamente - nei parametri per il prestito sociale”. Lo stesso amministratore giudiziario Consoli ha parlato ieri di “oltre 30 milioni” di passivo,confermando il debito verso i soci pari a 103 milioni di euro. L’ex dirigenza delle Coop triestine, oggi sotto accusa, si è difesa così: «Nessuna banca, né cooperativa ha i soldi dei propri risparmiatori pronti in cassa», ha affermato l’ex presidente, Livio Marchetti, esautorato dai suoi poteri dai giudici insieme al vecchio Consiglio di amministrazione.