REGGIO EMILIA - La mafia che produce il cibo, la mafia che trasporta il cibo, la mafia che commercializza il cibo, la mafia che ci porta in tavola il cibo e poi ci obbliga a mangiarlo. Noi non li invitiamo mai a tavola, ma loro ci sono sempre. Più di prima, sempre di più. E' un cibo difficile da digerire, è un cibo che strozza e che fa girare ogni anno in Italia almeno 16 miliardi euro. Cibo fuorilegge. Chi meglio di don Luigi Ciotti e di Stefano Rodotà avrebbe potuto raccontare di cibo e dignità e libertà nel teatro Ariosto di Reggio Emilia alla fine delle due giornate di Rep Idee? Chi meglio di loro avrebbe potuto parlare di cibo (e di acqua) come bene comune, di "caporali" e di schiavitù (400 mila i lavoratori neri che si spostano stagione dopo stagione dai vigneti di Marsala agli aranceti della piana di Gioia Tauro, dalle campagne pugliesi alle serre ragusane), del marchio "mafia" che infama il buon nome dell'Italia e degli italiani?
repubblica.it