Progetto biennale "Diamoci una mano". Da febbraio chi beneficia di un sostegno al reddito può fare attività di utilità sociale in progetti promossi da terzo settore e comuni. L'assicurazione la paga lo Stato, c’è spazio per 19 mila persone l’anno. Poletti: "Una vita attiva dà nuove opportunità"
28 gennaio 2015
ROMA - Porte aperte nel volontariato per chi è in cassa integrazione o comunque usufruisce di una qualsiasi misura di sostegno al reddito: da febbraio chi vorrà potrà infatti svolgere un’attività volontaria in uno dei progetti realizzati dalle organizzazioni del terzo settore in collaborazione con comuni e enti locali. L’assicurazione la paga lo Stato, mentre chi darà così il proprio contributo alla collettività potrà contare su una certificazione delle competenze acquisite da sfruttare anche per la ricerca di una nuova opportunità lavorativa. L’iniziativa, che promettecinque milioni di giornate di volontariato l’anno per i prossimi due anni e che verosimilmente riguarderà soprattutto i settori della tutela dei beni culturali e paesaggistici, quello educativo e quello dell’assistenza socio-assistenziale, si chiama#diamociunamano e chiama in causa il Ministero del Lavoro e Politiche sociali, l’Anci, il Forum del terzo settore e, per la parte assicurativa, l’Inail: il protocollo d’intesa fra le prime tre realtà è stato firmato oggi nella sede del dicastero di via Veneto dal ministro Giuliano Poletti, dal presidente Anci Piero Fassino e dal portavoce del Forum nazionale del terzo settore Pietro Barbieri.