Rapporto "Poverty and inequalities on the rise". Dai market solidali al car sharing: aumentano rispetto al 2010 le azioni speciali offerte a chi ha perso il lavoro: erano 570, oggi sono 1148. Ci sono anche microcredito e banche del tempo
19 febbraio 2015
ROMA - Sono 1148 - il doppio rispetto al 2010 - i progetti speciali offerti, in aggiunta ai servizi ordinari, dalle 218 Caritas diocesane italiane alla nuova utenza creata dalla crisi. Lo rileva "Poverty and inequalities on the rise", terzo rapporto di Caritas Europa sulla crisi economica, che ha un particolare focus sui sette “paesi deboli” dell’Unione Europea (Italia, Portogallo, Spagna, Grecia, Irlanda, Romania, Cipro).
"Nei 2832 centri di ascolto oggi un utente su due è italiano, ha perso il lavoro da poco è sotto retribuito e ha un livello medio istruzione - ha affermato alla conferenza stampa di presentazione Federica De Lauso del centro studi di Caritas Italia - abbiamo avuto bisogno di creare progetti specifici per queste nuove forme di povertà". Così i circa 28 mila volontari attivi nei 2832 centri di ascolto delle 218 Caritas diocesane hanno aumentato le iniziative speciali dedicate a questo target: erano 570 nel 2010 e sono 1148 oggi. "Vuol dire cinque progetti in più per ogni Caritas diocesana", specifica De Lauso.