- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

lunedì 27 luglio 2015

Treviso – Quando l’abuso diventa la regola

Oggi 24 Luglio la Questura ha notificato a Sergio Zulian, Portavoce di Adl Cobas, il foglio di via per tre anni dalla sua stessa città, ovvero Treviso.
Si tratta di un provvedimento abnorme ed assurdo in quanto Sergio risiede a pochi metri dal confine geografico del Comune di Treviso, ma soprattutto Treviso è la città in cui da circa 15 anni svolge la sua attività lavorativa, politica, sociale e sindacale.
Ancora più incredibili sono le motivazioni: Sergio viene accusato di aver partecipato ad un pacifico sit-in davanti alla Prefettura di Treviso, insieme ad altre 70 persone, per chiedere un’accoglienza degna per i profughi, per rivendicare diritti uguali per tutti, per protestare contro il pogrom razzista di Quinto di Treviso del giorno prima e per chiedere le dimissioni del Prefetto Marrosu che in questi mesi ha gestito in modo scandaloso le politiche di accoglienza.
Ricordiamo che, nemmeno fossimo in Alabama 50 anni fa, mentre ai razzisti del Ku Klux Klan veniva lasciata via libera a Quinto di Treviso, i manifestanti per i diritti civili sono stati portati via in manette, con violenza, trattenuti per oltre 5 ore in Questura. Il questore aveva anche emesso 5 ordini d’arresto, subito annullati dal Magistrato di turno che in 12 ore ha completamente smontato il castello di bugie messo in piedi dalla Questura stessa.
Risulta evidente che a Treviso esiste una gravissima questione democratica, poiché il Questore pensa di poter intervenire a suo piacimento ed in modo autoritario nella vita politica della città, oltretutto sottraendosi a qualsiasi tipo di controllo democratico.