BUSTO ARSIZIO – “In Lombardia più inceneritori che rifiuti da bruciare”. “Difendiamo il nostro territorio e la nostra salute”.
Questi alcuni dei messaggi affissi davanti al municipio durante la manifestazione di protesta organizzata dai comitati ambientalisti contro la riclassificazione di Accam come impianto di recupero energetico.
La richiesta delle associazioni è che il Comune di Busto si faccia garante affinché si mantenga la precedente classificazione D10 (anziché R1), così da scongiurare l’arrivo di rifiuti da fuori regione.
“Le parole di Farioli non ci convincono – spiega Claudia Cerini del comitato Rifiuti Zero – I contenuti dello Sblocca Italia non ci fanno stare tranquilli”.
Adriano Landoni, portavoce del comitato ecologico di Borsano, è tornato a chiedere al primo cittadino di affidare ad Arpa un’indagine epidemiologica sulle popolazioni residenti nell’area di ricaduta delle emissioni dell’inceneritore: “Non vogliamo fare allarmismi, ma siamo preoccupati per la nostra salute”.
“Le associazioni hanno convinto i soci di Accam a cambiare strategia attraverso il dialogo – ricorda Fiorenzo Campagnolo del sindacato Adl – Ora non si torna indietro”.
Duro Mario Gobbi, del gruppo No Terza pista di Vanzaghello: “Farioli crede che, come al mercato di Oleggio, chi grida di più ha ragione, ma non è così. Questo impianto non è adeguato e ora potrebbero arrivare rifiuti da fuori Regione. È inaccettabile”.