Sono passati cinque mesi dall’inizio, il 26 marzo 2015, dei bombardamenti in Yemen, a seguito dell’intervento militare di una coalizione guidata dall'Arabia Saudita per contrastare l’avanzata del movimento sciita zaidista Houth.
Da allora, sarebbero morte -secondo le Nazioni Unite- almeno 4mila persone, uccise anche da ordigni che potrebbero essere stati prodotti in Italia. È questa la conclusione cui arriva l’Osservatorio permanente sulle armi leggere e politiche di sicurezza e difesa(OPAL), che ha analizzato i dati presenti nelle Relazioni annuali alla Presidenza del Consiglio relativi alla legge 185/90, quella sulla regolamentazione dell’export di armi.
Giorgio Beretta, analista di OPAL, ha passato in rassegna, in particolare, le autorizzazioni concesse alla società RWM Italia (azienda del gruppo tedesco Rheinmetall) per l’esportazione di bombe aeree verso l’Arabia Saudita, negli anni 2012, 2013 e 2014.
Particolarmente rilevante sarebbe un’autorizzazione all’esportazione del 2013, e relativa -spiega Beretta- a “3.650 bombe da mille libbre MK83 attive complete di anelli di sospensione per un valore complessivo di 62.240.750 euro”. “Ritengo che sia possibile -scrive il ricercatore- che il destinatario finale di questa autorizzazione sia proprio l’Arabia Saudita in quanto la Relazione europea sulle esportazioni di sistemi militari segnala che nel 2013 dall'Italia sono state rilasciate autorizzazioni all’esportazione verso l’Arabia Saudita per la categoria ML 4 (Bombe, razzi, missili ecc.) per un totale € 69.641.471”.
Inoltre, scrive Beretta in un articolo pubblicato da unimondo.org, “lo scorso maggio [2015, ndr] sono state esportate dall’Italia agli Emirati Arabi Uniti ‘armi e munizioni’ (tra cui bombe) per un valore di oltre 21 milioni di euro e per un peso di circa 16.900 chili”.
Secondo l’Osservatorio permanente sulle armi leggere, “le suddette autorizzazioni rilasciate a RWM Italia per l’esportazione di queste bombe che hanno come destinatario finale l’Arabia Saudita o un Paese della coalizione militare che sta effettuando i bombardamenti aerei in Yemen dovrebbero essere sospese in considerazione […] del fatto che l’intervento militare di questa coalizione non ha avuto alcun avallo da parte delle Nazioni Unite e dei ripetuti bombardamenti aerei sulle aree residenziali”.
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