- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

sabato 15 agosto 2015

Trasporto locale, Renzi prepara la riforma

La rivoluzione in arrivo è coperta da riservatezza e ancora non si sa se troverà posto nella legge di stabilità, dove dovrebbero essere dettagliati i 10 miliardi di tagli, oppure se verrà avviata attraverso un provvedimento ad hoc.

Secondo quanto appreso da “l’Espresso”, tuttavia, il cambio di marcia si concretizzerà in tre diversi punti, i primi due di natura strutturale, il terzo più finanziario. Primo: leconcessioni per gestire tram, bus e trasporti regionali dovranno essere affidate attraverso vere e proprie gare, dove abbiano una reale possibilità di presentarsi anche nuovi concorrenti. Secondo: cambierà il modo con cui verranno assegnati i contributi pubblici, con l’obiettivo di favorire una maggiore efficienza e premiare i miglioramenti del servizio. Infine il terzo principio, quello che riguarda gli aspettifinanziari: verrà rafforzata la possibilità per gli operatori di affittare tram e autobus da società di leasing, in modo che il possesso fisico dei mezzi non rappresenti un vantaggio troppo forte per i vecchi gestori, frenando la partecipazione alle gare e l’ingresso in scena di nuovi concorrenti.
Basta un’occhiata al grafico per intuire quanto la riforma, se il governo avrà la forza di farla arrivare in porto mantenendo questi propositi, potrà essere dirompente. Tra i maggiori Paesi europei, infatti, il caso italiano spicca per due diversi fattori. I contributi pubblici versati da governo e enti locali alle aziende di trasporto valgono una torta enorme, circa 6,5 miliardi l’anno, e a parità di servizio offerto sono molto più elevati di quelli esistenti in Francia, Gran Bretagna, Spagna e Germania. E ancora: i costi operativi delle varie aziende municipalizzate - l’acquisto e la manutenzione dei bus, il carburante, gli stipendi di autisti e impiegati e così via - sono coperti dalla vendita dei biglietti in misura molto ridotta, in media appena il 32 per cento, mentre la Germania di Angela Merkel e Wolfgang Schäuble arriva a quasi tre volte tanto, l’83 per cento.
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