- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

giovedì 13 agosto 2015

Mega stipendi dei sindacalisti cisl: il sindacalismo prezzolato

Sergio Bellavita 11 August 2015
Le scandalose retribuzioni che diversi sindacalisti Cisl si sono attribuite rappresentano un atto indecente nei confronti di tutte e tutte coloro che lavorano, nei confronti degli iscritti e anche nei confronti dei tanti che fanno sindacato onestamente. Non parliamo tuttavia solo di comportamenti vergognosi dei singoli, quanto invece di un vero e proprio modello di sindacato. La pratica di costruirsi retribuzioni e pensioni d’oro, alla faccia dell’austerità che si pratica nei confronti dei lavoratori, testimonia il grado di degenerazione del sindacalismo italiano e la sua progressiva trasformazione in azienda. Lo testimoniano l’autoritarismo che, è il caso della Cisl ma la Cgil si avvia a fare altrettanto, ha cancellato ogni spazio di dissenso interno per regalare ai segretari generali potere pressoché assoluto nella gestione dell’organizzazione. Le retribuzioni d’oro dei sindacalisti sono l’altra faccia del pragmatismo, della responsabilità e della complicità sindacale che ha governato le relazioni quanto meno negli ultimi 25 anni. Quando si assume l’interesse generale prima e contro quello del lavoro, quando si passa da sindacalisti a ministri, sottosegretari, manager d’impresa vuol dire che si è già parte integrante del sistema di potere. Quando parte rilevante delle risorse nelle casse del sindacato arriva dai padroni attraverso la bilateralità e le quote di servizio e non dalle rimesse degli iscritti muore così ogni onesta’ intellettuale, ogni spazio di indipendenza e di antagonismo sociale. La corruzione sindacale ha tante facce. Sindacalismo prezzolato quindi finito nuovamente sotto accusa da una campagna di stampa che, senza distinzione alcuna, ha l’obbiettivo esplicito di istituzionalizzare la forma sindacale, cancellare il diritto di sciopero e impedire ogni potenziale mobilitazione contro le politiche del governo. La lotta contro l’altra casta si muove su una strategia reazionaria che pretende di disfarsi di ogni rappresentanza sociale organizzata. Lo tsunami che si è abbattuto ieri sulla politica arriva oggi a investire in pieno il sindacato. La salvezza passa dal ridare senso e valore alla sua esistenza. Democrazia, conflitto, indipendenza e partecipazione sono gli elementi su cui può esistere e resistere il sindacato prima che sia travolto a furor di popolo.
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