- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

lunedì 24 agosto 2015

Tso, le famiglie scrivono a Lorenzin: “Basta con la sanità violenta”

Dopo la morte a Torino di Andrea Soldi in seguito a un trattamento sanitario obbligatorio, la presidente dell’Unasam si rivolge al ministro della Salute: procedura ormai usata arbitrariamente, servono linee guida che chiariscano una volta per tutte cosa non si deve fare in psichiatria

18 agosto 2015
ROMA - Mettere fine all'atrocità della morte in seguito a trattamento sanitario obbligatorio, conseguenza di una sanità violenta. E' l'appello rivolto al ministro Lorenzin dall'Unasam - Unione nazionale delle associazioni per la salute mentale- in una lettera inviata ieri.
Il riferimento è ai due recenti episodi che hanno coinvolto due giovani: Andrea Soldi, morto a Torino durante l'esecuzione di un Tso, e di Mauro Guerra, deceduto per un colpo di pistola mentre tentata di evitare un trattamento sanitario obbligatorio in provincia di Rovigo.
"Non vogliamo entrare nel merito delle responsabilità penali delle persone coinvolte in queste morti, sarà compito delle procure accertarle e delle inchieste interne deputate alle Asl di competenze", prosegue Trincas. "Vogliamo invece esprimere la nostra ferma opposizione e condanna verso un sistema, oramai routinario, con cui si affronta la questione della non adesione ai trattamenti farmacologici in salute mentale. Perché di questo si tratta. I trattamenti sanitari obbligatori, infatti, non costituiscono più l’extrema ratioSi utilizza tale procedura (arbitrariamente) ogni qualvolta le persone che vivono la condizione della sofferenza mentale si rifiutano di assumere i farmaci prescritti, alcune volte per gli effetti collaterali insopportabili o perché contrari all’assunzione di psicofarmaci. E che rispetto umano può esserci in un intervento sanitario compiuto con la violenza e la prevaricazione? Eppure le norme sono chiare e invitano a ricercare in ogni modo il consenso al trattamento.  Questo significa dedicare tempo ed energie professionali alla ricerca del consenso, mantenendo sempre una comunicazione paritaria".
Molti degli oltre 10 mila Tso praticati ogni anno in Italia potrebbero essere evitati dalla ricostituzione di un valido sistema di presa in carico.