- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

lunedì 24 agosto 2015

Fermare le trivellazioni petrolifere in Adriatico è possibile

La conservazione del Mare Adriatico può non essere soltanto una questione limitata nei confini  nazionali. Sullo specchio del Mare Nostrum, bersagliato da discutibili interessi petroliferi, si riverberano istanze di protezione che vanno al di là delle politiche dei palazzi romani o degli interessi locali.
La tutela del Mediterraneo risale al 1975, quando sull’iniziativa del Programma ambientale delle Nazioni Unite, i rappresentanti degli stati costieri del Mediterraneo hanno costituito a Barcellona una struttura chiamata Mediterranean Action Plan. L’obiettivo era quello di fermare la degradazione veloce del mare, un punto necessario per la sopravvivenza dell’eredità mediterranea.
Un anno più tardi, l’adozione della Convenzione di Barcellona, i cui sei protocolli legali forniscono un profilo dettagliato delle misure che devono essere approntate per raggiungere questo obiettivo. Nel 1995 degli emendamenti alla Convenzione hanno introdotto il principio di precauzione e insieme, come nuovo obiettivo finale, l’eliminazione delle fonti di inquinamento.
I 20 paesi mediterranei e l’Unione Europea costituiscono le parti contraenti della Convenzione di Barcellona. Ma è soltanto la Tunisia ad aver ratificato tutti i protocolli: il resto è molto in ritardo. Il Principato di Monaco, la Spagna e l’Italia devono ancora ratificare i protocolli denominati Hazardous Waste (sulla movimentazione transfrontaliera di rifiuti pericolosi e loro smaltimento) e Offshore Protocol (sulla protezione dall’inquinamento derivante dall’esplorazione e dallo sfruttamento della piattaforma continentale sottomarino e del sottosuolo).
Allo stato attuale, l’unica efficace tutela del mare Adriatico dalle istanze di petrolizzazione – che superi i limiti della valutazione comparativa interna di sviluppo sostenibile, tendenzialmente poco trasparente e dalla visione molto ravvicinata agli interessi di settore o, per giunta, di pochi – può essere raggiunta attraverso l’acquisto dell’efficacia dell’Offshore Protocol.