- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

domenica 18 ottobre 2015

Fondazione Don Gnocchi lascia contratto nazionale. Cgil: “Modello Marchionne”

Tira una pessima aria per il contratto nazionale di lavoro. Mentre il governo si prepara a riformare la contrattazione, depotenziando il sistema nazionale e puntando tutto sugli accordidecentrati, c’è chi si muove in anticipo ma perfettamente in linea con il premier Matteo Renzi. La fondazione Don Gnocchi, che conta circa 60 strutture ospedaliere e centri ambulatoriali in tutta Italia, ha deciso di abbandonare il contratto nazionale a partire dal prossimo 6 dicembre. “L’idea è quella che sta dominando sulla scena nazionale, cioè che si può aprire una stagione contrattuale al ribasso – commenta Cecilia Taranto, segretaria nazionale Fp Cgil – C’è una fortissima sintonia con ilmodello Marchionne“.
La contesa tra azienda e sigle sindacali si è aperta lo scorso 6 ottobre, nelle stesse ore in cui il presidente di ConfindustriaGiorgio Squinzi dichiarava fallita la trattativa con i sindacati sul tema della contrattazione. In quella data la fondazione Don Gnocchi, che conta circa 3.500 dipendenti, ha inviato alle organizzazioni dei lavoratori una lettera dall’oggetto eloquente: “Disdetta contratto collettivo nazionale di lavoro”. Nel documento, l’azienda giustificava così la scelta: “Le attuali previsioni contrattuali comportano per la nostra fondazione l’onere di sopportare costi incompatibili con le odierne condizioni di mercato e, oltre tutto, di gran lunga più elevati rispetto a quelli sostenuti da altri enti”. Il bilancio 2014 parla di una perdita di 544mila euro, in netto calo rispetto ai 9,8 milioni dell’anno precedente. Anche se l’esposizione debitoria risulta pari a 236 milioni di euro, a fronte di 275 milioni di fatturato. La voce “costo del personale”, invece, si attesta a quota 133 milioni.