In Italia è in atto l’assalto all’universalismo. Ma a differenza di quello che è avvenuto in Inghilterra e Spagna, nel nostro paese l’assalto non ha trovato un percorso politico e legislativo trasparente. In Italia l’assalto c’è, ma non si deve vedere. I politici di turno, commedianti di dubbio talento, dicono e non dicono, dicono e si contraddicono, promettono e smentiscono, gettano cortine fumogene per coprire l’enorme danno che stanno infliggendo alla popolazione italiana.
“The assault on universalism”. L’articolo del BMJ uscito alla fine del 2011 (e da noi recensito nel post Assalto all’universalismo), fu scritto da due tra i più noti e esperti analisti di politica internazionale, Martin McKee e David Stuckler. Secondo gli autori la riforma del NHS allora in gestazione, voluta dal governo conservatore, mirava a smontare dalle fondamenta il glorioso National Health Service: si trattava di un vero assalto all’universalismo. La loro tesi era che si utilizzava la crisi economico-finanziaria per distruggere i sistemi di welfare universalistici, come l’NHS e altri servizi sanitari nazionali: “La crisi economica ha offerto al governo l’opportunità che capita una sola volta nella vita. Come Naomi Klein ha descritto in molte differenti situazioni, quelli che si oppongono al welfare state non sprecano mai una buona crisi”.