"È mancata chiarezza e trasparenza": parla uno dei novanta giovani lavoratori rimasti intrappolati nel passaggio tra le diverse società che si sono alternate nel gestire gli spazi del padiglione nazionale. Sulla vicenda intervenuta l'Autorità nazionale anticorruzione.
MILANO - "È mancata chiarezza e trasparenza": parla uno dei novanta giovani lavoratori, hostess e steward, rimasti intrappolati nel passaggio tra le diverse società che si sono alternate nel gestire gli spazi del padiglione nazionale. Hanno lavorato senza sosta accogliendo i visitatori di Expo a Palazzo Italia, ma aspettano ancora i compensi arretrati: in totale circa 190 mila euro. "Sono stato assunto in fretta e furia da Manpower - racconta nell'intervista audio curata da Avs-Audiovideosociale -, ma dopo è subentrata un'altra agenzia, che ci ha rinnovato il contratto e poi un'altra ancora. Del secondo contratto non abbiamo anche preso il compenso".
Nei sei mesi di Expo la preoccupazione principale di questi lavoratori era quella di farsi rinnovare il contratto. "Era una corsa all'oro, era la corsa a cercare di sopravvivere in un evento temporaneo con una contratto più che precario rinnovato ogni mese". E per il dopo Expo ci sono state proposte di lavoro? "Io non ho più sentito nessuno".