- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

lunedì 30 novembre 2015

Migranti, dai diritti al controllo delle frontiere: dubbi su accordo Ue-Turchia

Previsti tre miliardi di euro al governo di Ankara per gestire l’emergenza migratoria. Ma a che prezzo? A chiederselo sono le associazioni che tutelano i rifugiati. Cir: “Si rischia di confinare le persone in un paese che non garantisce libertà neanche ai propri cittadini”. Arci: “Ci saranno nuove barriere e nuovi morti”

30 novembre 2015
ROMA - Tre miliardi di euro iniziali per sostenere la Turchia nella gestione dell’emergenza migratoria. E’ questo l’accordo raggiunto tra il governo di Ankara e i leader dei 28 stati europei, dopo il vertice di ieri a Bruxelles. L’intento è quello di migliorare le condizioni di vita dei due milioni di profughi accolti nel paese, ma anche di rafforzare i controlli alle frontiere. Come ha dichiarato Donald Tusk, “Il nostro principale obiettivo è contenere il flusso dei migranti verso l’Europa”, ma sulle modalità in cui questo verrà realizzato, così come sul rispetto dei diritti umani e delle libertà civili nel paese, ci sono molti dubbi. Proprio sabato in Turchia Tahir Elci, 49 anni, capo dell’associazione degli avvocati curdi, è stato ucciso in una sparatoria. Per questo le organizzazioni che si occupano di tutela dei migranti chiedono chiarezza e trasparenza sull’accordo. “Siamo molto preoccupati, perché si rischia di confinare le persone in un paese che in questo momento non garantisce neanche le libertà fondamentali per i propri cittadini” spiega a Redattore sociale Christopher Hein, portavoce del Cir (Consiglio italiano per i rifugiati).