- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

domenica 27 dicembre 2015

Speciale Progressioni orizzontali

ENTI LOCALI: l'illusione delle progressioni orizzontali per dividere i lavoratori e applicare la Brunetta

Chi non vorrebbe tornare a 6\7 anni fa quando le progressioni orizzontali (PEO) rappresentavano una concreta possibilità per tutti\e di accrescere il proprio salario con ripercussioni positive anche per la futura pensione? La risposta  è ovviamente scontata: tutti senza nessuna eccezione

Ma oggi?:    La situazione è cambiata, infatti
·      le peo erano possibili in virtu' dei rinnovi contrattuali che consentivano al fondo, nella parte stabile, di ricevere risorse aggiuntive che non andavano a intaccare la produttività, anzi l'utilizzo delle risorse aggiuntive era finalizzato a consolidare il salario del personale ormai prossimo alla pensione (il calcolo  previdenziale era retributivo...) 
·      le peo erano teoricamente legate alla performance ma era sufficiente non avere una valutazione negativa, quindi non c'erano troppi vincoli, anzi quei pochi esistenti erano facilmente superabili 
·      le peo venivano costruite all'interno della contrattazione decentrata in modo da farle avere a tutti\e, magari a rotazione, privilegiando soprattutto le fasce b e c per le quali i costi a carico del fondo erano\sono piu' contenuti 
·      allora, oltre alle Peo , erano possibili anche le progressioni verticali che liberavano risorse per il fondo ed erano accessibili al personale interno con corsi concorsi con una prova finale abbordabilissima, Oggi per le progr. verticali non c'è possibilità alcuna, al massimo puoi avere una quota riservata al personale interno per qualche concorso ma di questi tempi si privilegia la mobilità e l'assorbimento del personale delle province 
·      Il personale di un Ente era certo di arrivare, dopo 20 anni , al tetto massimo della propria categoria, il problema restava per chi aveva ancora molti anni prima di andare in pensione e doveva restare fermo senza progressione alcuna (eccetto quelle verticali ovviamente oggi impossibili per effetto della Brunetta) 
·      Chi oggi parla di progressioni orizzontali lo fa per privilegiare pochi a discapito della stragrande maggioranza, anzi si riduce il fondo della produttività senza avere certezza alcuna di risorse aggiuntive al fondo.Le Peo possono servire da apripista alla applicazione della Brunetta che per ufficio escluderà il 25% del personale da ogni forma di produttività
Nei prossimi anni il fondo  2015  farà da riferimento (occorre leggere comunque il testo finale della Legge stabilità 2016), quindi dare le peo significherebbe ridurre la produttività generale e individuale
Se vogliamo le Peo bisogna eliminare la Brunetta e mettere in campo iniziative e forze a tale scopo. Brunetta e Patti di stabilità sono la causa di tutti i problemi per gli enti locali, quindi occorre mobilitarci per la loro soppressione se no si fanno solo chiacchere. Ricordiamo infine che le cifre stanziate per il prossimo rinnovo saranno addirittura inferiori alla miseria della indennità di vacanza contrattuale
Quindi non puo' esistere alcuna separazione tra contrattazione di primo e di secondo livello, se non contrasti il deterioramento della prima poco potrai fare in ambito decentrato cullando la illusione che le rsu aziendali recuperino potere di acquisto e di contrattazione
Peo: riflessioni e interazioni con la “produttività”

Le considerazioni suesposte partono dal presupposto che corriamo un rischio, che a seguito della “ legge Brunetta” (art. 23 D.Lgs. 27/10/2009 n. 150), la fine dei blocchi imposti agli sviluppi economici tramite progressioni orizzontali ( art. 9 D.L.. 31/05/2010 n. 78 convertito Legge 30/07/2010 n. 122), dalla parte “padronale” ai fini del contenimento dei costi del pubblico impiego, non si trasformino di fatto nel raggiungimento degli obiettivi di quella cultura e pratica governativa sostenitrice di rivisitate "gabbie salariali", sulla scia degli incostituzionali blocchi dei CCNL dei comparti pubblici.
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