La decisione,
firmata il 17 dicembre e notificata solo nelle ultime ore al Governo italiano,
rischia di avere pesanti ripercussioni sugli aeroporti milanesi, in particolar
modo su Malpensa
L’Unione
Europea ha bocciato il decreto Lupi, quello che dallo scorso anno regolamentava
il sistema aeroportuale milanese e che coinvolgeva gli scali di Malpensa, Linate
e Orio al Serio.
La
decisione, firmata il 17 dicembre e notificata solo nelle ultime ore al Governo
italiano, rischia di avere pesanti ripercussioni sugli aeroporti sopra citati,
in particolar modo su Malpensa. In sostanza, la UE accusa le autorità italane di
non aver fatto tutti i passaggi necessari e “non aver consultato tutte le parti
in causa prima di emendare le norme di distribuzione del traffico relative al
sistema aeroportuale milanese”. Per cui le misure contenute nel decreto sono
rispedite al mittente, di fatto avendo accolto le proteste e gli esposti di
varie compagnie, soprattutto tedesche, che avevano pesantemente contestato tutta
l’impostazione del decreto firmato dall’allora ministro dei Trasporti Maurizio
Lupi, poi dimessosi per altri problemi “famigliari”.
Una
mazzata che potrebbe avere ripercussioni pesanti su Malpensa, ma anche su Linate
e Orio al Serio. Il decreto Lupi, deciso per facilitare la firma tra Alitalia ed
Etihad, prevedeva la liberalizzazione del traffico da Linate, facendo in modo
che si potesse volare anche su città non capitali europee, decisione presa
sostanzialmente per favorire Air Berlin (controllata di Etihad, nuovo partner di
Alitalia, che ha spostato su Linate i voli per Francoforte e Stoccarda subito
dopo l’approvazione del decreto Lupi) che ha permesso di aumentare il traffico
sull’aeroporto Forlanini, mentre Malpensa è rimasta sostanzialmente
ferma.
Ora
la palla passa al ministro dei Trasporti in carica, vale a dire Graziano Delrio,
già all’opera per trovare una soluzione. Quali gli scenari? Si potrebbe tornare
a prima del 2014, quando i voli da Linate erano permessi solo verso destinazioni
italiane, capitali europee o aeroporti con portata superiore ai 40 milioni di
passeggeri; oppure aumentare i movimenti da e per Linate, decisione che
penalizzerebbe non poco Malpensa, come anche l’ipotesi di aprire alle
destinazioni extra europee da Linate. Resta sullo sfondo una mancanza cronica di
un sistama aeroportuale italiano e lombardo che possa fare da punto di
riferimento condiviso