All’Inps c’è stato un vero e proprio terremoto: il direttore generale,Massimo Cioffi, ieri si è autosospeso. Colpa di una storia rivelata dal Fatto Quotidiano il 5 dicembre scorso: l’ente previdenziale ha infatti scoperto che il gruppo Enel realizzò una procedura di incentivo all’esodo dei suoi dipendenti senza pagare tutti i contributi previdenziali dovuti. Il buco ammonta – ma non è chiaro se i controlli sono terminati su tutte le controllate Enel – a circa 40 milioni di euro. Niente di nuovo sotto il sole, certo, ma il problema è che l’attuale direttore generale di Inps, Massimo Cioffi – fortemente voluto dal presidente Tito Boeri, che lo ha nominato nonostante non possegga i requisiti di legge – era stato capo del personale di Enel tra il 2006 e il 2014, proprio nel periodo in cui quegli incentivi all’esodo venivano usati. Ieri, infine, la decisione del manager di autosospendersi.
Come che sia, la vicenda, per Inps, è ora davvero complicata e i motivi sono almeno due. Il primo è la sgradevole situazione in cui si trova il presidente Boeri: “Il dott. Cioffi – scrisse al Fatto l’ufficio stampa Inps il 6 dicembre – proprio per evitare qualsiasi ipotesi diconflitto di interessi, anche solo potenziale, d’intesa col presidente, ha disposto che qualsiasi informazione riguardante i procedimenti Enel non fosse portata a sua conoscenza, bensì a quella del presidente”. Se la Procura accertasse qualcosa di men che corretto nella vicenda, lo stesso Boeri insomma finirebbe per esserne coinvolto.
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