Il presidente della Corte dei conti Raffaele Squitieri all’inaugurazione dell’anno giudiziario punta il dito contro l’insuccesso parziale della revisione della spesa, l’uso della flessibilità, e il moltiplicarsi delle leggi che fa proliferare l’illegalità
La spending review è un «parziale insuccesso» anche per la poca conoscenza delle diverse categorie di spesa, e ha posto «solo sullo sfondo il tema essenziale dell’interrelazione con la qualità dei servizi». Così il presidente della Corte dei Conti Raffele Squitieri all’inaugurazione dell’anno giudiziario punta il dito sulla revisione della spesa messa su dal governo. Il contributo dalla revisione di spesa, infatti, nota Squitieri, non deriva solo da efficienza e razionalizzazione ma anche «da operazioni assai meno mirate di contrazione, se non di soppressione, di prestazioni rese alla collettività»: quindi, in sostanza, il taglio dei costi c’è stato, ma come conseguenza c’è stato anche un brutale taglio dei servizi per i cittadini. E nei prossimi anni la situazione non sembra destinata a migliorare: in un quadro prospettico di finanza pubblica «che impone ancora di trovare spazi per correzioni non marginali della spesa, anche allo scopo di consentire di affrontare la questione complessa del carico fiscale» nei prossimi anni «i margini di risparmio dal lato delle spese potrebbero rivelarsi limitati», spiega il presidente della Corte dei Conti alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dei ministri Pier Carlo Padoan, Stefania Giannini e Graziano Delirio, il vicepresidente del CSM Giovanni Legnini e del capo della Polizia Alessandro Pansa.