L'anno
scorso le persone che hanno perso la vita facendo il proprio mestiere sono state
1.172, +16,15 per cento rispetto al periodo gennaio-dicembre 2014, a cui si
sommano i 184 infortuni fatali che si sono verificati in Italia dall’inizio
dell’anno, registrati dall’osservatorio indipendente di Bologna del
metalmeccanico in pensione Carlo Soricelli…
E’
un elenco lungo pagine e pagine, e forse non basterebbe una giornata intera per
scorrerlo tutto. Perché ogni anno, raccontano i dati, le statistiche, e i
bilanci stilati da osservatori, sindacati e associazioni, il numero dei morti
sul lavoro e delle vittime dell’amianto aumenta. Il 28 aprile, giornata
mondiale dedicata al ricordo di chi ha perso la vita in un incidente fatale
mentre svolgeva la propria professione, e di chi, invece, si è ammalato ed è
morto a causa della “fibra killer”, “è un’occasione per ricordarli tutti”,
spiegaGiuseppe
Manfredi, presidente
dell’Afeva, l’Associazione
familiari vittime dell’amianto. “E per riflettere, e capire come
intervenire per arginare un fenomeno che ogni mese, ogni settimana, ogni giorno
paghiamo a un caro prezzo”.
Secondo
i dati dell’Inail, solo nel 2015 i
morti sul lavoro sono stati 1.172, +16,15 per cento rispetto al periodo
gennaio-dicembre 2014, a cui si sommano i 184 infortuni fatali che si sono
verificati in Italia dall’inizio dell’anno, registrati dall’osservatorio
indipendente di Bologna del metalmeccanico in pensione Carlo Soricelli. Per
quanto riguarda l’amianto, poi, il bilancio è ancora più alto: 100.000 vittime
in tutto il mondo e 6.000 in Italia ogni anno, fra tumori polmonari, malattie
correlate e mesoteliomi.