Ci risiamo, il buco nero che risucchia tempo
libero e salario dei lavoratori dell'handling si è riaperto, o più
probabilmente non si è mai chiuso.
L'11 luglio 2016, i sindacati confederali e i vertici
aziendali di Airport Handling sottoscrivono un accordo, un altro fra i migliori
possibili (nb: ironia in corso), che prevede l'applicazione del nuovo ccnl
relativamente all'aumento del monte ore, da spalmarsi in termini e modalità
unilaterali stabilite dall'azienda.
Colpisce e offende la totale mancanza di
comunicazione fra l'azienda e i suoi dipendenti, che sono azienda essi stessi.
È irritante l'assenza, da parte dei sindacati firmatari, di quella sensibilità
e di quell'orecchio, con cui dovrebbero ascoltare e servire i propri iscritti.
Questa sensibilità si acquisisce vivendo e lavorando nei reparti, ma i delegati
dei sindacati confederali sono distaccati e pagati dall'azienda per studiare e
firmare accordi che penalizzano i lavoratori che rappresentano e di cui non
hanno il polso.
Ricordiamo ad Airport Handling, CGIL, CISL, UIL,
UGL, FLAI e SINPA, che Malpensa a fine 2015 è stato l'unico aeroporto in Italia
a dire un sonoro NO all'applicazione del nuovo ccnl, ulteriormente peggiorativo
del welfare vigente.
Per l'ennesima volta la volontà dei lavoratori
viene vergognosamente ignorata. I confederali e AH, firmando l'accordo dell'11
luglio, perseverano sulla strada di uno scollamento evidente (voluto?) fra
l'azienda e i propri dipendenti.
Adl e Cub hanno promosso una petizione, chiedendo
che sia indetto con urgenza un referendum, che permetta ad ogni lavoratore
interessato di manifestare la propria volontà di accettare o rifiutare il nuovo
accordo, congelando l'attuale monte ore senza ulteriori decurtazioni dei
meritati riposi, in attesa dell'esito referendario.
La voce dei lavoratori in questo frangente è
stata forte e inequivocabile.
In meno di 5 giorni sono state raccolte più di
770 firme!
Un numero che fa paura. Considerando che la
popolazione aeroportuale dell'handling, fra Malpensa e Linate, ammonta a circa
1400 dipendenti, si può parlare di plebiscito.
I numeri dicono soprattutto come sia palese che
la lista dei firmatari sia assolutamente trasversale, accomunando gli associati
di adl, cub, confederali e quelli che non sono accreditati di alcuna tessera
sindacale, mostrando come le organizzazioni sindacali, che hanno l'onere e
l'onore delle trattative, non rappresentino più i lavoratori. In AH si deve
ripristinare la democrazia costituendo nuove rappresentanze dei lavoratori!
Infatti i vertici aziendali si sono spaventati e
hanno cercato di correre ai ripari in maniera alquanto goffa, fintamente
amichevole e informale, convocando e sottraendo all'operativo, tramite e-point,
singoli lavoratori dell'handling, per chiedere delucidazioni sui motivi del
malumore generale.
Consegnando le firme, i rappresentanti di Adl e
Cub hanno chiarito senza mezzi termini ai responsabili del personale, come una
convocazione in una stanza a porte chiuse con 2/3 elementi dell'establishement
aziendale puzzi un po' troppo di intimidazione.
Abbiamo spiegato personalmente e in modo
cristallino le ragioni dello scontento.
È stato rimarcato come l'azienda abbia trascurato
per anni l'opportunità di trasformare i part time in full time e come una più
oculata gestione dei contratti avrebbe sopperito ad un'esigenza di ore lavorate
aggiuntive.
Ribadiamo e chiediamo con forza il blocco
immediato del nuovo accordo, fino all'esito della consultazione referendaria,
che la maggioranza dei lavoratori ha chiesto in modo corale e inequivocabile.
Malpensa
24 luglio 2016