- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

giovedì 14 luglio 2016

SCONTRO FRONTALE TRA DUE TRENI PENDOLARI

Il disastro ferroviario accaduto il 12 luglio è tra quelli più gravi mai accaduti nel nostro Paese. Ancora più grave è il fatto che sia accaduto nel modo in cui è accaduto e cioè con uno scontro tra due treni, che percorrevano lo stesso tratto a binario unico. Un’infrastruttura quella del binario unico inaccettabile nel 2016, ancora una volta a pagare sono stati i pendolari (lavoratori, studenti, anziani) vittime di “servizi” indegni di chiamarsi tali. Mentre siamo campioni nell’Alta Velocità, il nostro Paese presenta zone di una arretratezza inaudita con disparità tra i cittadini per dignità e servizi.
Nell’arco di 30 anni 131 morti per disastri ferroviari e neppure un dirigente delle ferrovie o un ministro che abbiano mai pagato, anzi, in genere sono stati tutti premiati con avanzamenti di carriera e con compensi mirabolanti,  mentre macchinisti, capitreno, controllori, manutentori e passeggeri o semplici cittadini hanno pagato con la vita un sistema che ha premiato il trasporto su gomma e, ormai da decenni, si è posto l’obiettivo di ridurre al minimo i costi, razionalizzando tutte le linee che non rispondessero ai profitti da loro agognati.
Chi non ricorda le decine di migliaia di esuberi  che negli ultimi decenni del secolo scorso hanno dovuto lasciare le ferrovie dello stato a causa di una ristrutturazione che ha visto il taglio di migliaia di km  sulle tratte percorse ogni giorno da più di 5 milioni di pendolari; chi non ha visto la chiusura di migliaia di stazioni nelle località minori, che non sono state più servite dai treni; chi non conosce lo stato di quei treni, maleodoranti e strapieni,  riservati ai pendolari che spesso vengono soppressi  perchè non in condizione di viaggiare? Tutti li abbiamo visti, gli unici che non si sono mai accorti di niente sono i ministri della nostra gloriosa repubblica e i  presidenti e amministratori delegati  delle FFS i cui stipendi annui e le cui liquidazioni hanno viaggiato nell’iperspazio tanto erano lontani dalla media dei salari del personale delle ferrovie.
Da anni i lavoratori, i pendolari, gli ambientalisti  hanno denunciato inascoltati l’abbandono del trasporto su ferro per favorire quello su gomma;  e chi doveva vigilare in quel tratto, come in tutti gli altri disastri ferroviari, se non i massimi responsabili delle ferrovie e del governo? E non vale il fatto che questa fosse una ferrovia regionale in concessione al privato, tanto maggiori dovrebbero essere i controlli quando si affida un bene pubblico come la sicurezza ai privati, visto che proprio al Ministero dei trasporti   spetta il controllo e la vigilanza anche sulle linee definite secondarie. Invece il governo  pensa all’alta velocità, alle frecce rosse o bianche che siano, alle tratte pregiate dove si realizzano alti profitti.
E come dimenticare l’imposizione del macchinista unico alla guida dei treni con il tremendo sistema dell’Uomo Morto, una pedalata ogni 55 secondi  che aziona un allarme sonoro, senza il quale il treno entra in frenata d’emergenza; un sistema molto poco costoso che però peggiora le condizioni di lavoro del macchinista e non garantisce la sicurezza della circolazione. Senza dimenticare che fu proprio un amministratore delegato proveniente dal vertice della FILT CGIL, Mauro Moretti,  a introdurre questo meccanismo riducendo del  50% i macchinisti sui treni e avviando la più gigantesca riorganizzazione delle ferrovie con lo spacchettamento delle stesse in molteplici società, Trenitalia, RFI ecc, e la conseguente privatizzazione, con il complice beneplacito di CGIL CISL UIL. E’ chiaro come sia estremamente più semplice ma anche vergognoso dare la colpa all’errore umano, ma non ci stiamo più, non bastano le recriminazioni  del ministro che hanno tanto il sapore di lacrime di coccodrillo: questo, come gli altri disastri ferroviari, hanno responsabili politici e tecnici.

Esprimiamo il nostro cordoglio per le vittime e la nostra vicinanza ai loro congiunti.


14 Luglio 2016