- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

lunedì 5 dicembre 2016

Respingiamo l’accordo del 30 novembre sul P.I.

Lo scorso 30 novembre CGIL CISL e UIL hanno siglato con il governo un "Accordo quadro" sui contratti del pubblico impiego. Si tratta di "Linee guida" che andranno poi tradotte nei contratti veri e propri.
Deve essere chiaro a tutti che siamo di fronte ad un accordo di carattere "preelettorale" che il governo ha fortemente voluto in vista del referendum del 4 dicembre.

Ma veniamo al sodo. Questo Accordo contiene degli elementi inaccettabili:

Innanzitutto la cifra prevista per l'aumento medio a regime (ovvero nel 2018) è di soli 85€, del tutto insufficiente a recuperare la perdita del potere d'acquisto dei nostri salari causata da 7 anni di blocco contrattuale;
Sull’accordo non viene indicato in alcun modo quali saranno le cifre impegnate quindi al momento non possiamo avere nessuna sicurezza su quanto detto a parole, si sa’ … verba volant;
L'erogazione di questa cifra non è inoltre prevista sulla paga base ma viene legata a criteri di valutazione della performance individuale e di misurazione della produttività;
Nell’accordo si parla chiaramente di “welfare contrattuale” quindi il rischio concreto è che: come nel contratto dei metalmeccanici, dell’igiene ambientale e del trasporto locale, una parte consistente di questo già misero aumento salariale non venga erogata in denaro ma in "welfare aziendale", ovvero in fondo pensione e assicurazione sanitaria obbligatori;
Infine c'è il rischio concreto - per un certo numero di lavoratori - che questo aumento non si sommi ma "assorba" gli 80€ del cosiddetto "bonus Renzi";
Inoltre si fa espressamente e ripetutamente richiamo a concetti di riforma della pubblica amministrazione, aumento della produttività e rimessa in discussione della malattia, congedi e permessi. Questi principi nei su citati rinnovi si sono tradotti in penalizzazioni per la malattia, aumenti legati alla produttività, ecc.;
Sul precariato si accontentano solo di vaghe promesse, senza che si arrivi ad uno sblocco del turn over;
Il blocco contrattuale in vigore dal 2009 ha causato una perdita economica che ha fatto crollare gli stipendi al livello di quelli del 2001, ma nell'accordo non si fa' alcun riferimento al recupero degli arretrati.

Di fatto questo accordo e gli altri rinnovi siglati in questa stagione contrattuale sono usati come grimaldelli per ridurre i salari, estendere la miseria, intensificare lo sfruttamento e la divisione dei lavoratori attraverso accordi aziendali “sperimentali” e premi di risultato “variabili”, aumentare la flessibilità, penalizzare le malattie e
introdurre la pensione integrativa privata, la sanità integrativa privata per finire di smantellare il sistema pensionistico e la sanità pubblica.

Questa è la fine dei CCNL, non la loro riconquista!

Insomma ce ne è a sufficienza per mobilitarsi, respingere questo accordo e chiedere che il contratto contenga aumenti salariali veri. Se ne hanno il coraggio, CGIL CISL e UIL convochino le assemblee e facciano decidere con il voto le lavoratrici e i lavoratori.

Aderite alla nostra petizione online su: