- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

domenica 26 febbraio 2017

Il giudice gli dà ragione. Ma non può riavere il posto

«Licenziato in modo pretestuoso. Ora reintegratelo». L’appello del sindacato Adl al sindaco di Samarate per non lasciare a casa Valerio Karayan, ormai ex dipendente del settore cimiteri della Asc. Il suo licenziamento è stato considerato illegittimo dal giudice, ma non è stato reintegrato perché l’azienda, la ex municipalizzata di Samarate in liquidazione, ha meno di 15 dipendenti. Ma il sindaco Leonardo Tarantino ribadisce «totale fiducia nell’operato del liquidatore Ugo Gaspari».
Davanti al giudice del lavoro del Tribunale di Busto Franca Molinari, Karayan ha avuto ragione «su tutta la linea», come fa notare Fausto Sartorato, dell’esecutivo provinciale di Adl. Ma non ha ottenuto il reintegro sul posto di lavoro e adesso deve accontentarsi dell’indennità di disoccupazione. «Sto facendo qualche corso nel settore funebre, busso alla porta delle municipalizzate, ma non ho prospettive» racconta Karayan. Dipendente del settore servizi cimiteriali di Asc dal 2007, nel mese di settembre aveva ricevuto due provvedimenti disciplinari lo stesso giorno, il 23 settembre – per un errore nella compilazione della scheda benzina e un ritardo all’inizio del turno - cui era seguita la contestazione, sempre lo stesso giorno, di un’incoerente compilazione della scheda di percorrenza chilometrica. Così, l’11 ottobre, arriva il licenziamento, per giusta causa, senza preavviso e con effetto immediato. Licenziamento che il giudice, nella sentenza depositata il 10 febbraio, ha dichiarato «illegittimo», condannando Asc a versare cinque mensilità di risarcimento (sulle sei richieste dal legale di Karayan) oltre alle spese legali, ma non imponendo il reintegro.
«Prendiamo atto della sentenza, la legge è così, ma lasciare a casa un lavoratore in questo modo è assurdo, soprattutto per un’azienda pubblica - attacca Sartorato - facciamo un appello affinché venga reintegrato, chiediamo al sindaco di chiedere le dimissioni del liquidatore e alle opposizioni di muoversi per verificare se è stato messo lì per tagliare il personale con scuse banali».