Il licenziamento dell’operaio cimiteriale è stato illeggitimo e l’azienda comunale di Samarate dovrà pagare gli stipendi arretrati. Per Roberto Karayan, necroforo licenziato lo scorso anno, è però una vittoria a metà, perché il giudice del tribunale di Busto, Franca Molinari, non ha imposto la riassunzione dell’operaio in ASC, che oggi è in liquidazione.
L’operaio cimiteriale (a destra nella foto, con il sindacalista Fausto Sartorato)è stato licenziato nell’estate scorsa, a fronte di una serie di contestazioni in particolare sulla “incerenza del chilometraggio”indicato sulla documentazione e di quello effettivo del mezzo di servizio affidatogli. Il giudice però ha ritenuto che “non è circostanza idonea a giustificare la sanzione espulsiva”, cioè il licenziamento, perchè il comportamento dell’operaio cimiteriale “non sia statto tale da compromettere irrimediabilmente il rapporto di fiducia”.
Il tribunale di Busto ha esaminato il caso nell’udienza dell’8 febbraio e ha emesso la sentenza il 10 febbraio, «condannando ASC a versare 5 mensilità più le spese di lite per 1500 euro (50% del totale) e accertando l’illegittimità» sintetizza Fausto Sartorato, sindacalista del sindacato di base AdL.
Al di là di quanto disposto dalla sentenza, il sindacato contesta l’operato dell’amministratore della società (o meglio: del liquidatore incaricato, Ugo Gaspari) e contesta la fiducia riposta dall’amministrazione comunale. «Con i soldi pubblici è facile gestire le cose: non si paga di tasca propria» attacca Fausto Sartorato di AdL. «Al sindaco chiediamo una riflessione, chiediamo se non è il caso di ammettere che qualche errore è stato commesso dal liquidatore. Karayan è stato licenziato con un pretesto.